Terremoto Messico: bilancio dei morti sale a 225, si scava sotto le macerie [FOTO]

MeteoWeb

Si aggrava il bilancio delle vittime per il violento terremoto che ha colpito il Messico ieri sera. I morti accertati sono 225, di cui 94 nello Stato di Cittá del Messico, 71 in Morelos, 43 in Puebla, 12 nello Stato del Messico, 4 in Guerrero e 1 a Oaxaca. Lo riferisce su Twitter Luis Felipe Puente, coordinatore della Protezione Civile messicana.

La violenta scossa, di magnitudo 7.1 sulla scala Richter, ha colpito il centro del Paese, facendo crollare circa 40 edifici nella capitale. Erano le 13.14 ora locale di martedì (le 20.14 in Italia) quando la terra ha cominciato a tremare, portando migliaia di residenti a riversarsi per le strade. A Città del Messico è proseguito per tutta la notte il lavoro dei soccorritori per cercare superstiti sotto le macerie di una scuola crollata, la ‘Enrique Rebsamen’: secondo l’ultimo bilancio riportato dai media locali, qui sono 37 i morti, di cui 32 bambini, mentre sono già state tratte in salvo 14 persone e si stima che 20 siano ancora sotto le macerie.

Con la luce di torce e riflettori alimentati dai generatori, le ruspe scavavano per rimuovere i detriti sotto gli occhi dei genitori in attesa di avere notizie dei propri figli: la scuola era frequentata da bambini di età compresa fra 3 e 14 anni.Sul bilancio complessivo delle vittime non c’è chiarezza, ma di sicuro i morti superano i 200, almeno la metà dei quali nella capitale: la protezione civile aveva rivisto in mattinata il dato a 217 morti, ma l’ultimo bilancio fornito dal ministro dell’Interno Miguel Angel Osorio Chong è di 224 morti. Di questi, 117 a Città del Messico, 39 nello Stato di Puebla, 55 a Morelos, 12 nello Stato di Messico e uno in quello di Guerrero.

L’epicentro – riferisce l’istituto geologico degli Stati Uniti (Usgs) – è stato individuato vicino Atencingo, nello Stato di Puebla, a circa 120 chilometri di distanza da Città del Messico, a 51 chilometri di profondità.Il sisma è giunto mentre il Messico stava ancora provando a risollevarsi dal terremoto più forte che lo avesse mai colpito negli ultimi 85 anni, quello di magnitudo 8.1 registrato nella notte fra il 7 e l’8 settembre davanti alle coste del Chiapas, nel quale sono morte almeno 90 persone.

E la nuova scossa è giunta anche nel 32esimo anniversario del tragico terremoto del 1985, che provocò circa 10mila morti e 30mila feriti. Coincidenza che, secondo alcuni, potrebbe avere aggravato il bilancio: pare infatti che diversi residenti abbiano scambiato gli allarmi scattati per il terremoto con quelli di un’esercitazione anti-sismica che si stava svolgendo proprio in occasione dell’anniversario. Solidarietà e offerte d’aiuto al Messico da tutto il mondo. Fra i primi a commentare, già martedì sera, il presidente Usa Donald Trump e il premier canadese Justin Trudeau, entrambi su Twitter.

Dio benedica il popolo di Città del Messico. Siamo con voi e saremo lì per voi“, ha scritto l’inquilino della Casa Bianca. E Trudeau ha pubblicato questo tweet: “Notizie devastanti da Città del Messico. I miei pensieri sono con coloro che sono colpiti dal terremoto – Il Canada sarà pronto ad aiutare i nostri amici”.

Papa Francesco, all’udienza generale in piazza San Pietro, ha dedicato un pensiero in spagnolo alle vittime: “In questo momento di dolore, voglio esprimere la mia vicinanza e la preghiera a tutta la popolazione amata messicana”, ha detto. Quanto all’Unione europea, oltre a porgere le condoglianze si è detta pronta ad aiutare: “Siamo in contatto con le autorità messicane e disposti ad aiutare. I nostri mezzi per fornire appoggio urgente sono in allerta”, hanno fatto sapere in un comunicato congiunto l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, e il Commissario Ue per gli Aiuti umanitari, Christos Stylianides.

Un pensiero “al Paese amico colpito dal terremoto” e’ stato rivolto anche dal premier, Paolo Gentiloni: “Italia vicina alle vittime e pronta a aiutare nei soccorsi”. Messaggi di solidarieta’ sono arrivati da tutti i leader sudamericani, a partire dal venezuelano Nicolas Maduro, dal presidente di El Salvador, Salvador Sanchez e dal presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernandez. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha augurato ai feriti e al Paese una veloce ripresa.

Condividi