Sono morti nel cratere della Solfatara di Pozzuoli, nei pressi di Napoli, mentre cercavano di salvare il figlio 11enne, deceduto assieme ai genitori sotto gli occhi del fratellino più piccolo, di 7 anni, adesso in stato di shock. Le sabbie mobili di fango bollente hanno ingoiato tutti e tre, e l’esalazione dei gas è stata letale. Secondo la prima ricostruzione verso le 12 il bambino, Lorenzo, avrebbe oltrepassato una zona proibita, scavalcando una recinzione seguito dal padre, Massimiliano Carrer di 45 anni, e poi dalla madre, Tiziana Zampella di 42, nel tentativo di fermarlo. L’altro bambino più piccolo è rimasto indietro, salvandosi. La famiglia, di Torino e residente a Meolo di provincia di Venezia, si trovava in vacanza in Campania: prima di ritornare sui banchi di scuola i genitori avevano deciso di far visitare ai figli il vulcano dei Campi Flegrei. Non si esclude che all’origine dell’incidente vi sia uno smottamento. La richiesta d’aiuto al 118 e l’intervento dei vigili del fuoco sono stati vani. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia locale. “Sono sconvolto – commenta su Facebook il sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia – Dolore profondo per l’immane tragedia, piena vicinanza dalla comunità di Pozzuoli alla famiglia delle vittime“. Le persone che si trovavano all’interno della Solfatara, tra i luoghi di più forte richiamo turistico e scientifico, sono state fatte uscire, gli accessi all’area chiusi e la zona interdetta. “La Solfatara di Pozzuoli offre l’occasione per una tranquilla passeggiata in un’area ricca di verde naturale, al riparo dagli abituali rumori della città“, si legge sul sito ufficiale del Vulcano Solfatara, in cui vengono date informazioni su visite, anche serali, ed eventi. Con un’estensione di circa 33 ettari, è un’oasi naturalistica caratterizzata da fenomeni vulcanici, come le fumarole, le mofete e i vulcanetti di fango. Le principali attrazioni turistiche sono a Fangaia, la Bocca Grande, ovvero la fumarola principale, il Pozzo dell’acqua minerale e le vecchie Stufe, saune naturali.
Saranno i rilievi, le perizie e l’esame autoptico sui corpi a dire qualcosa di più sulla tragedia di questa mattina. La zona era interdetta e segnalata da corda e paletti, ma le tre vittime sono precipitate in un crepaccio profondo circa 3 metri, al cui fondo c’erano fanghi ad elevata temperatura. Sara’ sempre l’autopsia a far capire che ruolo in questa morte hanno giocato le esalazioni di gas tipiche di quella zona. La direzione della solfatara ha allertato il 118 alle 12.07, ma già era partita una macchina dei soccorsi spontanea, con una persona che ha tentato di calarsi nel crepaccio per soccorrere le tre vittime e che poi è stata aiutata a risalire da altri turisti. Sul posto, oltre ai vigili del fuoco che hanno recuperato i corpi, anche la polizia e il magistrato di turno che ha disposto il sequestro dell’area per completare i rilievi necessari ad una indagine indispensabile per comprendere eventuali responsabilità dei tre decessi.
Nel luogo dove è avvenuta la tragedia c’era una voragine già segnalata e delimitata che si è aperta su un terreno con un basso coefficiente di solidità: probabilmente, anche a causa delle intense precipitazioni di ieri, si era ulteriormente allargata. E’ l’ipotesi che Francesca Bianco, direttore dell’Osservatorio Vesuviano, fa della tragedia avvenuta nel Vulcano Solfatara di Pozzuoli. Vista la fragilità del terreno e’ anche possibile che la voragine si sia allargata quando – come appare dalle prime ricostruzioni – il bambino di 11 anni si sarebbe avvicinato troppo all’area a rischio e i genitori avrebbero provato a riprenderlo. L’area del Vulcano Solfatara è gestita da una società privata. L’Ingv controlla l’attività vulcanica grazie a sei stazioni (geofisiche e geotermiche). L’area ha una forma ellittica e un perimetro di 2 chilometri e 300 metri. Il punto più alto, Monte Olibano e’ situato a 199 metri di altezza, il fondo del cratere è invece a 92 metri sopra il livello del mare.
Nella Solfatara si accede, dopo aver pagato il biglietto di ingresso, ad un tracciato che è possibile percorrere con l’ausilio di guide, a pagamento, oppure da soli, seguendo le indicazioni e i cartelli. La zona è aperta abitualmente anche a visite scolastiche, oltre che serali grazie a un suggestivo impianto di illuminazione notturna. All’interno dell’area c’è anche un camping.