Tragedia alla Solfatara: era una famiglia impegnata nel sociale

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Una casa colonica dipinta di giallo in mezzo al verde della campagna veneziana: e’ tutto cio’ che resta in via Capo d’Argine a Meolo di Massimiliano Carrer, 45 anni, della moglie Tiziana Zaramella, 42, e del figlio Lorenzo di 11 anni, inghiottiti dalla Solfatara di Pozzuoli. Unico superstite della famiglia e’ il figlio piu’ piccolo, Alessio, di sette anni, affidato ai servizi sociali in attesa che arrivino i parenti.

C’e’ dolore e sconcerto tra chi conosceva la famiglia, originaria della localita’ veneziana e che per alcuni anni si era trasferita per lavoro a Torino. Poi la nostalgia di casa aveva riportato Massimiliano e Tiziana in quelle mura, costruite dai genitori di lei e ancora abitate dalla mamma. Carrer, architetto, aveva riprogettato e ristrutturato la casa in chiave piu’ moderna, dividendola in due, mentre la moglie aveva trovato un lavoro part time alla Triveneta Sicurezza, all’interno dell’aeroporto ‘Marco Polo’ di Tessera. Tra i primi a sapere della tragedia il sindaco di Meolo, Loretta Aliprandi.

“Conosco la madre di Tiziana – racconta – e’ una famiglia normalissima, delle brave persone. Purtroppo questa disgrazia si aggiunge ad una situazione gia’ sfortunata vissuta proprio dalla madre”. Il sindaco conferma che l’amministrazione municipale “si sta attivando per supportare la famiglia” e per favorire in tutti i modi possibili il rientro a casa del piccolo Alessio. A non darsi pace per l’accaduto e’ anche Gianpaolo Zaramella, cugino della donna.

“La conoscevo benissimo e frequentavo la sua famiglia – spiega – .Entrambi i figli andavano a scuola a Fossalta – racconta – anche per questo avevo mantenuto il contatto con lei. Era una persona molto attiva, sempre in mezzo alla vita sociale. Si impegnava in tutto quello che faceva”. 

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