Il Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP, Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha espresso parere favorevole all’autorizzazione all’immissione in commercio di niraparib come monoterapia di mantenimento nelle pazienti adulte con recidiva platino-sensibile di cancro ovarico epiteliale sieroso ad alto grado, carcinoma delle tube di Falloppio o carcinoma peritoneale primitivo in risposta completa (CR) o parziale (PR) a chemioterapia a base di platino. Questa opinione verrà ora sottoposta alla Commissione Europea, che rilascia l’autorizzazione alla commercializzazione dei farmaci nell’Unione Europea. In attesa della decisione della Commissione Europea, niraparib sarebbe il primo inibitore della poli ADP-ribosio polimerasi (PARP) 1 e 2 in monosomministrazione giornaliera ad essere approvato in Europa per l’utilizzo nelle pazienti indipendentemente da mutazioni BRCA o presenza di biomarcatori.
Niraparib è stato approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) il 27 marzo del 2017 ed è commercializzato da TESARO negli Stati Uniti dove è l’inibitore di PARP più prescritto.
“Niraparib è stato studiato con il più alto rigore clinico nelle pazienti con carcinoma ovarico recidivante nello studio di fase 3 NOVA; in questo studio ha generato risultati a tutt’oggi insuperati in termini di efficacia, anche nelle donne senza mutazioni BRCA germinali che hanno prognosi più critiche e minori opzioni di terapeutiche – ha dichiarato Mary Lynne Hedley, President e Chief Operating Officer di TESARO -. L’opinione positiva del CHMP ci porta un passo avanti nella nostra missione di rendere disponibile questo importante nuovo farmaco per tutte le pazienti con carcinoma ovarico recidivante in Europa, indipendentemente dallo stato mutazionale dei geni BRCA, la cui determinazione resta fondamentale per scopi preventivi e prognostici.”
La richiesta di autorizzazione all’immissione al commercio di niraparib è sostenuta dai dati del trial ENGOT-OV16/NOVA, uno studio internazionale, controllato verso placebo, in doppio cieco di fase 3 su 553 pazienti con carcinoma ovarico ricorrente che avevano ottenuto una risposta completa o parziale nel loro più recente trattamento di chemioterapia a base di platino. Approssimativamente due terzi delle donne partecipanti allo studio non presentava mutazioni germinali dei geni BRCA. La progressione della malattia nello studio NOVA è stata valutata attraverso una revisione centralizzata in cieco, rigorosa ed imparziale, in grado di rilevare la prima progressione clinica o radiologica. Niraparib ha aumentato significativamente rispetto al gruppo di controllo la sopravvivenza libera da progressione in pazienti con e senza mutazione germinale di BRCA. Il trattamento con niraparib ha determinato una riduzione del rischio di progressione di malattia o morte del 73% nelle pazienti con mutazioni germinali di BRCA (HR 0,27) e del 55% nelle pazienti senza mutazioni germinali di BRCA (HR 0,45). Il beneficio è stato simile nelle pazienti arruolate nello studio in risposta parziale o completa.
Gli effetti collaterali di grado 3 e 4 più comuni di niraparib nello studio NOVA hanno incluso trombocitopenia (34%), anemia (25%), neutropenia (20%) e ipertensione (9%). Successivamente alla modifica del dosaggio in base alla tollerabilità individuale, l’incidenza di trombocitopenia di grado 3 e 4 si è ridotta a meno dell’1% dopo il secondo mese. La maggior parte degli eventi avversi ematologici è stata risolta con una modifica del dosaggio. Le interruzioni di terapia causate da trombocitopenia, neutropenia e anemia sono state rispettivamente del 3,3%, 1,9% e 1,4% dei pazienti.
“Questa è la seconda opinione positiva del CHMP nel 2017 per farmaci del nostro portafoglio, e rappresenta un’altra importante tappa per TESARO. Siamo in prima linea nel sostegno delle donne che affrontano il carcinoma ovarico, tumore raro ma tra i più letali e, per fare questo, stiamo velocemente globalizzando la nostra presenza – ha dichiarato Roberto Florenzano, Vice President e Amministratore Delegato di TESARO Italia -. Previa approvazione finale della Commissione Europea, è nostra intenzione rendere disponibile niraparib a partire dal quarto trimestre di quest’anno in diversi Paesi europei nei quali abbiamo già una presenza diretta. In Italia abbiamo stabilito la nostra presenza un anno fa e stiamo lavorando per costruire l’organizzazione con l’obiettivo di dare ai pazienti che ne possono beneficiare la possibilità di avere accesso ai nostri farmaci prima possibile”.
Il carcinoma ovarico in Italia
Il carcinoma ovarico rappresenta un tumore femminile raro ma altamente letale, rappresentando una delle più frequanti cause di morte oncologica nelle donne 2,3. In Italia nel 2017 sono stimate circa 5.200 nuove diagnosi di tumore dell’ovaio, con una vasta maggioranza di pazienti identificate con una malattia ormai in fase avanzata (III-IV stadio) 4. Il carcinoma ovarico colpisce approssimativamente 1,3 persone ogni 10.000 in Italia4. Secondo le stime AIRTUM, il tumore dell’ovaio rappresenta circa il 3% delle neoplasie femminili e nel 2014 (Istat, ultimo anno disponibile) è stato responsabile di 3.130 decessi, attestandosi tra le cinque cause più frequenti di morte legata al cancro nelle donne giovani (0-49 anni) e adulte (50-69 anni).
Nonostante alte percentuali iniziali di risposta alla chemioterapia a base di platino, approssimativamente l’85% delle donne con carcinoma ovarico in stadio avanzato subiscono una recidiva della malattia dopo il trattamento di prima linea. L’efficacia della chemioterapia, inoltre, diminuisce con il passare del tempo.