Nonostante la maggior efficacia per i pazienti oncologici, le terapie come chemio, radio e i nuovi farmaci biologici presentano un alto costo da pagare per circa l’80% dei pazienti: l’insorgenza di effetti collaterali e danni a livello cutaneo. Le manifestazioni sono di vari livelli di gravità e comprendono un ampio spettro di condizioni: dermatiti, xerosi ossia la secchezza cutanea, mucositi, fissurazioni e vere e proprie ragadi, rash cutanei, infiammazione dei follicoli piliferi, granulomi, alterazioni delle unghie.
“Prevenire questi effetti collaterali non solo è possibile ma comporta un drastico miglioramento della qualità di vita dei malati e si affianca ad una maggiore aderenza alle cure – spiega Maria Concetta Pucci Romano, specialista in Dermatologia e presidente del Board Il Corpo ritrovato, responsabile ambulatorio dedicato all’ospedale S. Camillo di Roma – E’ necessario quindi una maggiore consapevolezza da parte degli oncologi della necessità di essere affiancati dai dermatologi già prima dell’inizio delle terapie con un protocollo di’accudimento cutaneo’ che prepari la pelle allo stress estremo che la attende. Il principio base è quello di impedire la rottura della barriera cornea e degli effetti a cascata che ne derivano”. “Una delle strategie più moderne in oncologia è quella di bloccare alcuni recettori cellulari delle cellule neoplastiche per bloccarne le attività di replicazione. Uno dei più comuni è l’Egfr, acronimo di Epidermal Growth Factor, diventato un target di molti dei moderni farmaci biologici (gli anticorpi monoclonali)”, osserva Gabriella Fabbrocini, docente di Dermatologia all’Università Federico II di Napoli e membro del Board Il Corpo ritrovato.
“Purtroppo – continua Fabbrocini – si tratta di un recettore espresso anche nelle cellule cutanee che quindi risultano danneggiate dai trattamenti: succede al 60-80% dei pazienti con casi più gravi, pari al 5-20% che possono comportare una riduzione del dosaggio o addirittura la sospensione delle cure. Uno studio pubblicato su Oncology nel 2007 aveva già dimostrato un allarmante numero di casi di riduzione del dosaggio dei farmaci e di sospensione dei trattamenti a causa delle reazioni cutanee”.
L’azione dei farmaci inibitori dell’Egfr – precisano gli esperti – è diretta ai cheratinociti basali: ne arresta la crescita, ne induce il suicidio cellulare, aumenta la differenziazione l’infiammazione. “Anche l’uso di farmaci biologici che hanno come target alcune molecole di superficie cellulare implicate nell’inibizione del sistema immunitario (ad esempio PD-1, PDL-1) incidono sulla cute – spiega Vincent Sibaud del Dipartimento di Oncoematologia dell’Istituto dei Tumori di Tolosa – Il farmaco stimola la risposta immunitaria del paziente nei confronti del tumore, agendo quindi indirettamente e attiva le cellule T del sistema immunitario con effetti negativi sulla cute. Più del 40% dei soggetti con melanoma in terapia con biologici fa i conti con reazioni cutanee con rush e prurito, a cui seguono dermatiti, psoriasi, vitiligine e manifestazioni a carico delle mucose come quella della bocca”.
“Per evitare la secchezza cutanea è necessario fare molta attenzione alla detersione e all’idratazione. I detergenti non devono contenere tensioattivi aggressivi e eccessivamente schiumogeni (sodiolauril-solfato, sodiolauriletere-solfato), e va privilegiata una detersione per ‘affinità'” suggerisce Romano che aggiunge: “Vanno bene emulsioni acqua/olio in cui la componente lipidica è costituita da grassi vegetali di derivazione naturale (come il burro di karitè, e olio di germe di grano, di jojoba, di avocado) o di sintesi (caprilyc capric triglyceride); mentre vanno evitati prodotti che contengono troppi derivati dagli idrocarburi (petrolatum, paraffina, vaselina) o di siliconi (cyclomethicone, dimethicone, cyclopentasiloxane, cyclohexasiloxane)”.
“Per ripristinare l’idratazione e contrastare l’effetto ossidativo della terapia farmacologica, l’idratante per eccellenza dovrà essere formulato con principi attivi selezionati e mirati: insaponificabili (karitè, jojoba, oliva, palma), aloe, niacinamide (vit. B3), tocoferoli e tocotrienoli, ceramidi, gamma orizanolo. Da evitare creme a base di sostanze esfolianti e irritanti come acido glicolico, alfa-idrossiacidi. Nel caso di prurito si può ricorrere all’uso di antistaminici indicati dal medico”, conclude la dermatologa.