Alle 14 ora italiana del 15 settembre le antenne australiane della NASA riceveranno l’ultimo segnale radio della sonda Cassini, partito un’ora e 23 minuti prima dagli strati più alti dell’atmosfera di Saturno. Pochi secondi dopo la sonda si disintegrerà per effetto delle potenti forze aerodinamiche dovute alla grande velocità (30 km/s – la distanza Roma Milano verrebbe percorsa in 20 secondi). A dare il ‘Goodbye kiss‘ alla sonda, per la Sapienza è volato negli Stati Uniti il professor Luciano Iess, che ha partecipato al progetto fin dalle fasi preliminari al lancio. Durante le fasi finali della missione, iniziate il 26 aprile di quest’anno, Cassini è passata 22 volte vicinissima a Saturno, permettendo di gettare luce per la prima volta sulla struttura interna del gigante gassoso e di rivelare l’età dei suoi anelli. Giusto ieri i ricercatori di Sapienza hanno presentato al team Cassini gli ultimi e rivoluzionari dati ricevuti.
Cassini ha iniziato il suo viaggio il 15 ottobre 1997, con un lancio spettacolare dal poligono di Cape Canaveral. La missione, guidata dalla NASA con importanti contributi dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e della European Space Agency (ESA), aveva il compito di esplorare il sistema di Saturno, con le sue molte lune e i suoi anelli. Giunta su Saturno il primo luglio 2004 dopo una lunga fase di crociera, Cassini ha iniziato una complessa sequenza di orbite che hanno permesso di visitare tutti i satelliti e osservare da vicino il pianeta e i suoi anelli. Le scoperte sono andate ben oltre le attese. A queste Sapienza ha contribuito con un ruolo di primissimo piano, grazie alla realizzazione di due importanti strumenti di bordo (il radar e il traslatore di frequenza, costruiti da Thales Alenia Space Italia) e al raggiungimento di risultati scientifici tra i più importanti della missione. Un primo traguardo è stato raggiunto già nel 2002, quando la sonda si trovava ancora tra Giove e Saturno, con la misura del ritardo nella propagazione dei segnali radio causata dalla gravità solare. A tutt’oggi questa è la più accurata conferma sperimentale della teoria einsteniana della relatività generale. Durante il tour del sistema di Saturno, Cassini ha reso possibile la scoperta di mari e laghi di idrocarburi liquidi sulla superficie di Titano, la seconda luna del sistema solare per dimensioni, nonché la determinazione della struttura interna del satellite e la scoperta di un nucleo roccioso di circa 2000 km di raggio composto da silicati idrati. Grazie alla misura delle maree di Titano, è stata rivelata l’esistenza di un oceano di acqua liquida sotto la crosta ghiacciata del satellite. La batimetria dei mari della luna mostra come questi raggiungano la profondità di 170 m. Nel 2014 è stato poi rilevato una grande quantità di acqua liquida nella regione polare meridionale di Encelado (pari a circa 240 volte il lago di Garda), al di sotto della fredda crosta ghiacciata (-190° C) della piccola luna (252 km di raggio). Il fatto che l’oceano ‘poggi’ su una base di rocce e di silicati costituisce una sede ideale per lo sviluppo di reazioni chimiche complesse, quali quelle necessarie per la vita.
I membri del team scientifico di Cassini e i loro gruppi di gruppi di ricerca operano presso il Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale, sotto la guida del professor Luciano Iess, e il Dipartimento di Ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni con il professor Roberto Seu. “In più di dieci anni nell’atmosfera di Saturno, Cassini ha visitato tutte le principali lune del pianeta e prodotto una serie di straordinarie scoperte – dichiara Luciano Iess – e l’eredità che lascia in dote alla comunità scientifica internazionale è immensa.”