Tumore dello stomaco: “con Pembrolizumab tasso di risposta importante”

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Pembrolizumab efficace nel trattamento del tumore dello stomaco in fase avanzata, si legge in una nota stampa. Presentati oggi al Congresso ESMO a Madrid i dati relativi all’efficacia di questo farmaco immunoterapico anti-PD1 nello studio di fase II, registrativo, KEYNOTE-059. Lo studio ha incluso pazienti affetti da adenocarcinoma dello stomaco o della giunzione gastro-esofagea metastatico, dividendoli in tre coorti: una con pazienti pretrattati con chemioterapia, due con pazienti naïve al trattamento. Globalmente, i risultati hanno mostrato l’attività antitumorale e la durata della risposta con pembrolizumab in diverse linee di terapia. Sono stati osservati tassi di risposta più alti nei pazienti PD-L1 positivi (CPS ? 1).
• Nei pazienti pesantemente pretrattati, la monoterapia con pembrolizumab (Coorte 1) ha mostrato in tutta la popolazione un tasso di risposta globale (ORR) del 12% (IC 95%: 8 – 17) e del 16% (IC 95%: 11 – 23) in quella con tumori PD-L1 positivi.
• Nei pazienti naïve al trattamento, pembrolizumab in combinazione con la chemioterapia (Coorte 2) ha mostrato una ORR del 60% (IC 95%: 39 – 79) in tutta la popolazione e del 69% (IC 95%: 41 – 89) in quella con tumori PD-L1 positivi.
• Nei pazienti naïve al trattamento con tumori PD-L1 positivi, pembrolizumab in monoterapia (Coorte 3) ha mostrato una ORR del 26% (IC 95%: 12 – 45).

“I risultati dello studio KEYNOTE-059 confermano l’efficacia di pembrolizumab nel trattamento del tumore dello stomaco – afferma il prof. Alfredo Falcone, direttore Oncologia Medica all’Università di Pisa -. Si tratta di una neoplasia che colpisce ogni anno 13mila italiani e per la prima volta negli ultimi 15 anni si registrano reali passi in avanti nel trattamento della patologia. L’immunoterapia apre quindi un’altra prospettiva che va ad integrarsi ai trattamenti che già utilizziamo. E in alcuni sottogruppi di pazienti può portare benefici più duraturi rispetto a quelli a cui siamo abituati con le cure tradizionali. Per quanto riguarda l’efficacia il tasso di risposta obiettiva indica una riduzione significativa della massa tumorale.”

“Questi risultati in diverse linee di terapia nel tumore dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea continuano a supportare il potenziale di pembrolizumab, e di PD-L1 come biomarcatore, in pazienti con questa malattia in stadio avanzato – ha aggiunto il dott. Roger Dansey, senior vice president and therapeutic area head, oncology late-stage development, Merck Research Laboratories. – Siamo incoraggiati dalle risposte osservate nei pazienti pesantemente pretrattati e guardiamo con fiducia alle prossime analisi dei dati sui pazienti naïve al trattamento.”
L’ampio programma clinico di MSD comprende molte malattie gastrointestinali, tra cui il tumore gastro-esofageo e il tumore colorettale con elevata instabilità dei microsatelliti (MSI-H). Sono attualmente in corso quattro studi registrativi sul tumore dello stomaco e della giunzione gastro-esofagea e in numerosi altri tumori gastrointestinali.

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