La VENDEMMIA procede in questi giorni e in molti casi è stata anticipata. Ecco una sintesi della situazione, regione per regione, in base alle rilevazioni dell’Unione Italiana Vini (Uiv) e Ismea per l’Osservatorio del vino.
Piemonte (-27,5%) – Nel 2017 il vigneto del Piemonte è stato esposto, come il resto della Penisola, a caldo e siccità, cui si sono aggiunte anche altre avversità meteo quali le gelate tardive e le grandinate, verificatesi sia in primavera che in estate. L’assenza di precipitazioni e il clima caldo hanno però scongiurato l’insorgere di problematiche fitosanitarie, ad eccezione di alcuni attacchi di oidio. Il germogliamento è iniziato con circa due settimane di anticipo rispetto alla media e anche fioritura e allegagione sono state anticipate. L’anticipo della raccolta è stato in alcuni casi anche di 30 giorni rispetto a una VENDEMMIA considerata normale. Se le operazioni di raccolta continueranno con questa cadenza si potrà chiudere la VENDEMMIA prima della fine di settembre.
Lombardia (-27,5%) – La stagione vegetativa è iniziata con un anticipo di circa 10 giorni rispetto alla media. Le fasi fenologiche successive si sono svolte regolarmente salvo essere poi bruscamente interrotte da una seria gelata primaverile che ha colpito i vigneti dell’Oltrepò Pavese e della Franciacorta. In quest’ultima zona ha avuto poi impatto negativo anche la grandine, caduta ad estate avanzata. Altro fattore comune, il decorso siccitoso. Buona, con punte di ottimo, tuttavia la qualità delle uve. Le uve basi spumante, la cui raccolta è iniziata nei primissimi giorni di agosto, hanno evidenziato corretti valori di tenore zuccherino ed acidità.Ora si stima che sia stato portato in cantina circa il 70% del prodotto. Molto bassa l’incidenza di attacchi patogeni.
Valle d’Aosta (-32,5%) – La perdita produttiva è imputabile in primo luogo alle gelate primaverili e in seconda battuta alla grandine. L’incidenza di fitopatie è stata mediamente bassa, fatta eccezione per l’oidio la cui presenza è stata superiore alla norma.
Liguria (-25%) – La siccità è, invece, alla base della perdita produttiva della Liguria. Cacciata, fioritura e allegagione erano state ottime, ma la prolungata siccità e il caldo estivo, cui si sono aggiunte le grandinate di luglio in provincia di Imperia, hanno complicato il processo di maturazione. Le uve sono comunque sane e con una gradazione dai 3 ai 5 gradi superiore allo scorso anno.
Veneto (-17,5%) – Anche in Veneto il calo produttivo è da imputare a un mix di eventi sfavorevoli che hanno preso l’avvio in aprile (gelate) e si sono intensificati con l’estate (stress idrico e alcune grandinate). A questi fattori si è sommata anche la minor produttività fisiologica delle viti, dovuta all’abbondante produzione del 2016, in parte compensata dall’entrata in produzione di nuovi impianti. In definitiva, la flessione, sebbene significativa, dovrebbe attestare la produzione regionale sostanzialmente sui livelli medi. L’anticipo di VENDEMMIA è di circa una settimana rispetto alla norma. –
Trentino Alto Adige (-12,5%) – Decisamente contenuta, rispetto alla media nazionale, la flessione stimata nella regione. A condizionare il risultato sono state le avversità meteo legate soprattutto alle gelate e alla grandine. La VENDEMMIA, anticipata di circa dieci giorni, è iniziata subito dopo ferragosto con le uve base spumante e proseguita con Pinot grigio e Muller Thurgau. Dalla seconda settimana di settembre si inizierà con le uve rosse. La qualità delle uve oscilla tra il buono e l’ottimo e si confida molto nelle tradizionali escursioni termiche tra giorno e notte, così da permettere alle uve rosse di raggiungere la completa maturazione anche per aromi e polifenoli. Complessivamente la qualità delle uve è considerata da buona a ottima.
Friuli Venezia Giulia (-11,5%) – L’annata meteorologica ha avuto un decorso generalmente favorevole fino alla gelata della seconda metà di aprile, seguita da caldo e siccità. A creare ulteriori problemi, una grandinata nella prima metà di agosto. Il clima secco e caldo ha però contribuito ad avere uve sane: la peronospora ha inciso per il 50% in meno sul 2016 e la botrite ha colpito meno del 5% dei grappoli. Anche in Friuli il grado zuccherino dell’uva è elevato, il più alto delle ultime cinque campagne. La raccolta delle varietà per basi spumante è iniziata il 21 agosto, con un anticipo di 6 giorni. Tra i vini bianchi, i primi a essere stati raccolti, quindi quelli che hanno sofferto di più caldo e siccità, si fanno ottime previsioni qualitative per Pinot grigio, Friulano e Sauvignon.
Emilia Romagna (-25%) – La VENDEMMIA dell’Emilia Romagna arriva dopo diverse vicissitudini climatiche che hanno pesantemente condizionato il risultato produttivo: ai danni da gelate si sono aggiunti quelli da siccità e grandine nei mesi estivi. Si è fatto ricorso all’irrigazione di soccorso con gli invasi ridotti spesso ai livelli minimi. La VENDEMMIA, iniziata con circa due settimane di anticipo sulla media nelle zone collinari e di dieci giorni in pianura, si prospetta con un forte calo produttivo, anche a causa della resa in vino più bassa dello scorso anno. A questo però si affianca una qualità dal buono all’ottimo, dovuta anche alla pressoché totale assenza di fitopatie, e una gradazione delle uve leggermente più alta dello scorso anno.
Toscana (-32,5%) – Annata difficile quella del vigneto toscano, segnata in modo importante dalla siccità che ha colpito più o meno tutta la regione, con difficoltà a compensare la mancanza di pioggia attraverso interventi di irrigazione di soccorso. Anche in Toscana lo sviluppo vegetativo ha sovvertito un calendario considerato normale, soprattutto laddove gli anticipi si possono conteggiare tra i 18 e i 21 giorni. Per quando riguarda la quantità, si prevede una VENDEMMIA generalmente scarsa, con cali contenuti nella zona del Morellino fino ad arrivare anche a punte di -40% nelle zone del Chianti, di Montepulciano e Massa Marittima. Come sempre, per la VENDEMMIA del Sangiovese sono decisivi i primi giorni di settembre anche se molti danni da siccità non sembrano più sanabili. Problema che affligge i vigneti toscani, e che pare un unicum nel panorama nazionale, è la presenza degli ungulati, i cui danni alle vigne vanno ormai conteggiati nelle cause di riduzione produttiva.
Umbria (-35%) – Due gli eventi principali che hanno caratterizzato questa annata in Umbria: la gelata di fine aprile e l’eccezionale siccità che si è protratta per tutta l’estate, da giugno ad agosto. Le uve tradizionalmente precoci, Chardonnay, Sauvignon e Pinot nero, sono risultate sane anche se con una lieve carenza di acidità. Poi toccherà a Sangiovese e Sagrantino e, in particolare per quest’ultimo, un lieve abbassamento delle temperature e qualche pioggia, potrebbero comportare un’evoluzione migliorativa rispetto alle aspettative attuali.
Marche (-27,5%) – Anche le vigne marchigiane si sono trovate ad affrontare le gelate tardive, giunte il 22 e 23 aprile, che hanno imposto una selezione naturale nei vigneti della regione. Dal freddo si sono salvate diverse zone dei Castelli di Jesi, per i benefici influssi del mare. Il maltempo ha segnato negativamente le sorti della VENDEMMIA 2017 con la grandine nella terza decade di giugno e ancora nella seconda di luglio. L’annata meteorologica ha mostrato la sua complessità nel periodo estivo, con siccità e alte temperature che hanno messo a dura prova soprattutto i vigneti collinari, dove l’approvvigionamento idrico risulta più difficoltoso. Cronologicamente ci si è trovati ad affrontare una VENDEMMIA anticipata di 15 o 20 giorni. La raccolta dei bianchi internazionali e delle basi spumante è già avvenuta, per la VENDEMMIA del Verdicchio si inizierà intorno alla metà di settembre.
Lazio (-32,5%) – Un inverno mite ha fatto partire il ciclo vegetativo in anticipo rispetto agli anni passati. Poi la gelata primaverile ha interrotto la cacciata delle viti in buona parte dei vigneti di quota e di fondovalle, provocando una riduzione della produzione. L’estate che è seguita è stata caratterizzata da siccità e alte temperature come non si ricordava da molto tempo. Le uve nei vigneti appaiono sanissime, leggermente ”abbronzate” le bianche. La loro qualità si preannuncia buona: meno profumi e gradazione molto superiore alla media. Per i vitigni non ancora totalmente vendemmiati, come il Cesanese, il Montepulciano e il Merlot, si ritiene che qualche pioggia di inizio settembre possa ancora riequilibrare la situazione.
Abruzzo (-30%) – Un inverno che, inizialmente, sembrava avaro di neve si è riscattato in extremis con abbondanti nevicate tardive, che sono risultate una preziosa riserva d’acqua nella torrida estate abruzzese.Il caldo, accompagnato dalla quasi totale assenza di precipitazioni, ha comportato una significativa riduzione della quantità di uve, evidente nelle più precoci (bianche internazionali e Pecorino) portate in cantina con un anticipo di 15-20 giorni. Di contro, si registra un perfetto stato sanitario, sebbene con una leggera disidratazione e un lieve deficit in acidità. Per i restanti bianchi ancora in vigna, Trebbiano in particolare, generalmente resistente alla siccità, si auspica l’assenza di precipitazioni che a questo punto potrebbero risultare più che altro nocive. Discorso a parte merita il Montepulciano, molto tardivo, per il quale qualche pioggia potrebbe ancora essere utile all’assestamento di quantità e qualità su valori normali.
Campania (-12,5%) – La situazione regionale appare, in termini percentuali meno problematica rispetto alla media nazionale. Questo però è attribuibile solo al fatto che il confronto viene effettuato rispetto ad un 2016 particolarmente scarso a causa, soprattutto, del cattivo tempo e delle alluvioni. Le prime fasi vegetative, in realtà, avevano fatto pensare al ritorno ad una produzione nella normalità, ma la scarsità di piogge ed il gran caldo hanno contribuito ad avere un’altra scarsa produzione. Da segnalare che in alcune aree anche le gelate primaverili avevano già compromesso la resa in uva.
Calabria (-25%) – La siccità ha avuto ripercussioni pesanti anche in Calabria dove, comunque, la VENDEMMIA è ancora all’inizio e si spera nelle piogge per recuperare sia quantità che qualità.
Particolarmente scarse anche le vendemmie in Basilicata (-32%) e Molise (-25%).
Puglia (-30%) – Condizioni climatiche particolarmente anomale durante tutte le fasi vegetative hanno influito sui risultati della VENDEMMIA pugliese 2017. Le uve giunte in cantina sono risultate mediamente più sane rispetto alle passate stagioni e con una gradazione superiore. Complessivamente, quindi, la stagione in corso sembra caratterizzarsi per due fattori. Da una parte, forti cali produttivi, per i quali notevole è stato il contributo della siccità. Dall’altra, la qualità dell’uva e dei vini bianchi e rosati è considerata ottima. Per i rossi allo stato attuale potrebbe esserci il rischio che non vi sia allineamento tra la maturazione tecnologica (zuccheri e acidità) e quella fenolica (tannini e antociani).
Sicilia (-35%) – La VENDEMMIA siciliana del 2017 sarà annoverata come una delle più precoci degli ultimi decenni, tanto che i primi grappoli sono stati portati in cantina il 22 luglio. Dopo un inverno e una primavera piuttosto miti, in termini di temperature, e con sufficienti livelli di precipitazioni, l’arrivo dell’estate ha fatto salire vertiginosamente i termometri. A questa situazione si è sommata l’assenza totale di piogge. Risultato: rese che si prevedono in netto ribasso, con percentuali variabili in base al ricorso, o meno, all’irrigazione di soccorso dei vigneti. Anche in questa regione comunque, è toccato fare i conti con il problema della capacità degli invasi di rispondere alla domanda dei produttori, non solo viticoli. Le uve che sono riuscite a superare l’ondata di calore senza bruciarsi, mostrano una qualità molto buona e una gradazione piuttosto elevata.
Sardegna (-35%) – La situazione è simile anche nell’altra grande Isola. Alla flessione della quantità delle uve, a causa delle gelate primaverili, della mancanza di pioggia e dell’eccessivo e prolungato caldo, si aggiunge anche la riduzione delle rese uva/vino. In Sardegna, come in Sicilia, la VENDEMMIA ha avuto inizio l’ultima settimana di luglio, con un anticipo di più di due settimane sul normale calendario.