Dopo i lanci di due missili balistici intercontinentali (Icbm) Hwasong-14 del 4 e del 28 luglio, la Corea del Nord avrebbe effettuato il suo sesto test nucleare facendo esplodere una bomba all’idrogeno (bomba H), in un sito sotterraneo.
L’istituto geologico statunitense USGS ha infatti registrato un sisma magnitudo 6.3 (al rialzo, da 5.2) alle 03:30 UTC (le 05:30 ora italiana) nel nordest della Corea del Nord, in quella che viene definita dall’USGS una “possibile esplosione nucleare sotterranea“, nettamente maggiore rispetto a dei precedenti 5 test. Il sisma ha avuto epicentro circa 22 km est-nordest da Sungjibaegam, dove si trova il sito di test nucleari nordcoreano di Punggye-ri.
A conferma che si tratta della sesta esplosione di un ordigno atomico il dato che l’ipocentro è stato individuato dall’USGS a 0 km di profondità.
Il Giappone e la Corea del Sud hanno confermato la natura artificiale del terremoto. Il premier Shinzo Abe ha definito l’azione “assolutamente inaccettabile“.
L’ultimo test nucleare di Pyongyang risale al 9 settembre dello scorso anno, e aveva provocato un terremoto di 5.3 gradi sulla scala Richter.
A un’ora di distanza dal sisma artificiale, l’agenzia sud-coreana Yonhap ha diffuso la notizia di un altro evento sismico, questa volta di magnitudo 4.6, nella medesima area: potrebbe essere dovuta a un cedimento, secondo le autorità cinesi, e cioè al crollo della caverna creata dalla prima deflagrazione, avvenuta sotto terra nel poligono di Punggye-ri.