Un migliaio di persone dietro lo striscione “Difendiamo la nostra terra. Rete dei comitati territoriali siciliani”, sono scese in piazza oggi a Palermo per la marcia popolare a difesa della salute e dell’ambiente indetta dalla “Rete dei comitati in difesa dei territori siciliani” contro discariche e inceneritori, in difesa della salute, contro il piano rifiuti del governo regionale di Crocetta. Una manifestazione che nasce dalla volontà di diverse associazioni, coordinamenti, comitati di quartiere, realtà che a vario titolo, sulla base del principio dell’autodeterminazione, portano avanti in varie aree della Sicilia un lavoro quotidiano di difesa del territorio in termini di ambiente, salute, diritti fondamentali, qualità della vita.
Presenti dunque: comitato No Inceneritori-Valle del Mela,Coordinamento per il territorio contro la Discarica Armicci, ABC Bonvicino, Antudo, Comitato No Bertolino di Balestrate contro la delocalizzazione della distilleria Bertolino, No Triv-Licata, Stop Veleni di Augusta, Comitato difesa salute e ambiente-Palazzolo Acreide, Rifiuti Zero Lentini, comitato No Muos, comitato contro la discarica Motta Sant’Anastasia e Misterbianco. Tante poi le bandiere della Sicilia.
Già lo scorso maggio – si apprende – una prima grande manifestazione di carattere regionale a Lentini contro la discarica di contrada Armicci, ha acceso i fari sulle politiche scellerate ai danni della salute e dell’ambiente dei cittadini. Una importante presa di coscienza collettiva che ha portato alla creazione della Rete dei comitati e alla decisione di portare oggi il malcontento del popolo siciliano sotto il Palazzo del potere.
“Se il governo nazionale centralizza tutto il potere togliendo ogni possibilità di decisione alle comunità locali – afferma Metis da Lentini della Rete dei comitati dei territori siciliani -, il governo regionale si piega mellifluo a quello nazionale e alle cordate degli speculatori che lo dominano, e Confindustria e gli affaristi nazionali e multinazionali banchettano sulla nostra salute e sui nostri territori, come palesano gli ultimi decreti per le discariche o l’affare vaccinazioni. Malattie da inquinamento ambientale mietono sempre più vittime, il numero dei poveri aumenta arrivando a oltre 900 mila, sempre più giovani – le statistiche parlano di 20 mila nuovi emigranti- sono costretti ad emigrare per sopravvivere e se proprio non vogliono andar via la prospettiva è la disoccupazione, il precariato, lo sfruttamento”.