“Da oggi c’è anche Gela tra i pochissimi comuni siciliani che si sono dotati di “piano comunale dell’amianto” non limitato pero’ a un censimento degli edifici pubblici o all’autodenuncia dei cittadini ma realizzato eseguendo una dettagliata mappatura del territorio con l’uso di precedenti aerofotogrammetrie e attuali “ortofoto multispettrali” scattate con l’ausilio di droni. Su una superficie globale di 276 chilometri quadrati (in citta’, nelle aree industriali e nelle campagne), il censimento ha permesso di rilevare la presenza e lo stato di sfaldamento di cinquemila strutture in cemento-amianto sui tetti dei fabbricati: 4.500 coperture e 1.500 cisterne.
Il 73% comprende piccole tettoie fino a 50 metri quadrati, il resto riguarda capannoni e impianti industriali. Il piano, voluto dalla Regione con la legge del 2014, e’ stato realizzato per conto del comune dalla ResGea, una “spin-off” dell’Universita’ di Chieti, e dalla “Veram” di Roma, ed ha permesso di accertare che i cittadini gelesi hanno continuato ad usare l’amianto anche negli anni successivi alla sua messa al bando e persino dal 2013 a oggi. Sei le aree sensibili, attorno a strutture pubbliche particolarmente frequentate, sulle quali si e’ puntata l’attenzione dei ricercatori.”
Scuole, chiese, presi’di sanitari, uffici pubblici, impianti sportivi e ricreativi, sono risultati esenti da amianto ma negli edifici circostanti ne e’ stata rilevata una notevole presenza. “Il piano di cui ci siamo dotati – ha detto, durante la presentazione, il sindaco di Gela, Domenico Messinese – e’ lo strumento indispensabile per avere un territorio libero dall’amianto, perche’ ne incentiveremo la rimozione e lo smaltimento con i contributi nazionali e regionali”. “Ma per chi sbaglia – ha ammonito – applicheremo sanzioni severe”. L’amministrazione comunale ha deciso percio’ di aprire un apposito sportello di informazione, consulenza e accettazione.