“Dopo il tuffo su Saturno avvenuto un mese fa, a chiusura della sua lunga missione, ancora sorprese da Cassini: gli anelli di Saturno riproducono un ambiente simile a quello in cui si formano i pianeti. Nel suo gran finale la sonda ha anche annusato del metano nello spazio tra il pianeta e gli anelli e catturato immagini delle aurore di Saturno riprese nell’ultravioletto.” Sono i nuovi dati della missione nata dalla collaborazione fra Nasa, Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Agenzia Spaziale Italiana (Asi), presentati oggi negli Stati Uniti, nella conferenza della Divisione per le Scienze Planetarie della Societa’ Astronomica Americana.
Proprio il giorno prima del suo ultimo tuffo, Cassini ha osservato gli anelli di Saturno, riprendendo da angolazioni particolari nuove immagini del pianeta e delle scie lasciate negli anelli da minuscole lune. Queste scie che sembrano disegnare il movimento di un’elica, sono state chiamate con i nomi di celebri aviatori: Ble’riot, Earhart, Santos-Dumont, Sikorsky, Post e Quimby. In questo ‘ambiente’, i ricercatori hanno riscontrato condizioni simili a quelle in cui si formano i pianeti attorno a giovani stelle. Il “naso” elettronico di Cassini, chiamato Inms (Ion and Neutral Mass Spectrometer) ha, inoltre, annusato del metano nello spazio inesplorato tra il pianeta e gli anelli.
“Una scoperta interessante”, ha commentato Enrico Flamini, il coordinatore scientifico dell’Asi, “tuttavia i dati sono grezzi e le analisi per il momento sono preliminari”. “Abbiamo ricevuto il segnale da Cassini fino all’ultimo istante di vita della sonda grazie alla grande antenna ad alto guadagno progettata e costruita in Italia” dalla Thales Alenia Space, “che ha raccolto una mole di informazioni che ora si stanno analizzando” e che terranno i ricercatori impegnati per anni.