Il 16 ottobre nella sede della Fao, a Roma si celebra la Giornata mondiale dell’Alimentazione. Importante sensibilizzare le persone comuni, come i governarti e le istituzioni. Troppe persone non hanno di che mangiare nel mondo.
Numeri da far paura come ricorda il direttore generale della Fao Jose Graziano Da Silva «in tutto il mondo ci sono 240 milioni di migranti, sono il 40 per cento in più rispetto al 2000, una diaspora di fame, violenza, paura e spaesamento».
In mattinata Papa Francesco ha inaugurato una scultura, da lui donata alla Fao, dell’artista Luigi Prevedel, che raffigura il bimbo siriano, Alan Kurdi, rinvenuto annegato nel 2015 sulla spiaggia di Bodrum in Turchia e divenuto il simbolo del dramma dei rifugiati di tutto il mondo.
Riecheggiano le parole dette un tempo da Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, quando sosteneva che le diseguaglianze nel mondo provocano il terrorismo e le guerre.
Ma tante sono le associazioni e i singoli che contribuiscono in Italia e nel mondo a ad aiutare le persone ad avere un piatto caldo e magari un sorriso.
L’87enne Dino Impagliazzo casualmente, da un caffè donato ad un senzatetto, da più di dieci anni sfama più di 250 senzatetto al giorno, trascinando nel suo progetto senza fine di lucro, 350 volontari e 27.000 pasti serviti ogni anno. Dino è conosciuto a Roma come “lo chef dei poveri”. Confidada Impagliazzo: “Ho anche avuto l’occasione di incontrare Papa Bergoglio, di salutarlo da parte di tutti i barboni di Roma e di invitarlo a servire la mensa dei poveri assieme a noi”.
Un povero, nei pressi di una stazione ferroviaria, chiede al signor Dino un caffè e Dino intuisce che questa persona, al di là del caffè, ha bisogno di mangiare e di una relazione. Nelle stesse parole di Dino: “Ho pensato che era il giorno del Signore, Domenica, come posso ignorare questa persona che poi in fondo è mio fratello?”.
Secondo gli ultimi dati Istat in Italia il quadro è preoccupante: 4,6 milioni di poveri assoluti, +157% rispetto al 2007. Una persona su quattro è a rischio povertà e nel 2016 i nuovi poveri sono i giovani.
Il signor Impagliazzo viene a sapere che la mensa non porta da mangiare ogni giorno nella stazione ferroviaria. Così Dino chiama, amici, vicini di casa, e il passaparola si allarga a conoscenti comuni che intendono dare una mano. La moglie Fernanda è il primo aiuto di Dino e poi si comincia a distribuire panini, e poi si passerà a offrire pasti caldi, rispettando le religioni e le preferenze di ognuno. La metà dei poveri sono italiani, l’altra metà è proveniente da altre nazioni. Gli italiani sono figli di storie sfortunate, ma anche tante persone che ieri avevano una vita normale e oggi si ritrova sulla strada per via di un divorzio o per la perdita del lavoro. L’altra metà arrivano in prevalenza dall’Europa dell’Est e dal Nord Africa.
Da pochi amici, si passa a centinaia. Racconta Dino Impagliazzo ancora emozionato: “Acquistavo allora molti panini per poterli farcire per questi nostri amici senzatetto e il commerciante, notando tale quantità di pane, mi chiede per chi fossero. Gli risposi che i panini erano per alcuni senzatetto che vivono nei pressi della Stazione Tuscolana e che noi sfamiamo. Il commerciante da quel momento ci offre gratuitamente il pane per i nostri poveri e da allora è un nostro stretto collaboratore”.
“Sono i piccoli miracoli che accadono quotidianamente, ma che vengono dalla Provvidenza” afferma Dino con candore.
Oggi i volontari che aiutano Dino sono 350 persone che aiutano quotidianamente per la raccolta dei cibi presso i centri commerciali, la logistica, la preparazione e la consegna dei cibi. Dino è il presidente dell’Associazione RomAmor Onlus. Dino è un po’ il papà di tutti. Dino è riuscito inoltre a costruire una rete di assistenza per i poveri e senzatetto, un servizio medico, di istruzione e degli alloggi per ospitare le persone che momentaneamente non hanno una casa.