Gli ultimi anomali incendi di autunno sono la punta dell’iceberg di una stagione drammatica con circa 140mila ettari di bosco andati a fuoco dall’inizio dell’anno, praticamente il triplo del 2016. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel commentare gli incendi nella Val Stura e nella Val Susa dove il diffondersi delle fiamme è favorito dal vento e dalla siccità. In Piemonte è caduto il 98% di pioggia in meno rispetto alla media nella prima decade di ottobre, ma le precipitazioni – sottolinea la Coldiretti – sono state abbondantemente sotto la media in tutti i mesi del 2017 fatta eccezione di febbraio. Il risultato è lo smog nelle città, la siccità nelle campagne e il verificarsi di incendi del tutto insoliti nella stagione autunnale per effetto della vegetazione secca. Gli incendi – sostiene la Coldiretti – hanno pesanti effetti dal punto di vista ambientale dovuti alla perdita di biodiversità (distrutte piante e uccisi animali) e alla distruzione di ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del Paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici. Nelle foreste andate a fuoco – sostiene la Coldiretti – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati. Per ricostituire i boschi andati in fiamme – conclude la Coldiretti – ci vorranno almeno 15 anni per ricostruire i boschi andati a fuoco con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo.
Incendi, Coldiretti: triplicati i boschi in fiamme nel 2017, pesa la siccità
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