Fumare il narghilè sarà vietato a Qom, bastione del clero conservatore e uno dei luoghi più sacri – insieme a Mashad – per i musulmani sciiti, non solo iraniani. Le autorità della città santa, situata 120 chilometri a sud di Teheran, hanno deciso un giro di vite contro il fumo con l’obiettivo dichiarato di salvaguardare la salute dei propri concittadini.
“Il consumo di tabacco o l’uso del narghilè sono proibiti nei caffè, nei ristoranti tradizionali, negli hotel, nei parchi e in tutti gli altri luoghi pubblici“, ha dichiarato il procuratore di Qom, Mehedi Kahe, citato dall’agenzia di stampa semiufficiale Isna. Il procuratore ha spiegato che le attività che violeranno la legge – che sarà resa ufficiale nei prossimi giorni – rischiano la chiusura.
Fumare tabacco nei luoghi pubblici, eccetto in strada, è vietato in Iran dal 2006, tuttavia, si tratta di una legge spesso infranta. Nel 2008 il governo fu costretto a rivedere il piano di vietare il narghilè nei caffè dopo una sollevazione dei proprietari, secondo i quali il provvedimento li avrebbe privati della più importante fonte di entrate.
La città di Qom, circa 120 chilometri a sud di Teheran, è un importante centro teologico sciita e una delle città più conservatrici dell’Iran. Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Sanitaria Mondiale, circa il 20% degli uomini e lo 0,6% delle donne degli di 80 milioni di iraniani fumano il narghilè ogni giorno.