Medicina, iperplasia prostatica benigna: +55% dei casi nei prossimi 10 anni

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Stimolo continuo ad andare in bagno, getto ridotto, la sensazione di non essersi ‘liberati’ completamente. Questi i principali sintomi dell’iperplasia prostatica benigna, l’ingrossamento della prostata: la malattia urologica più frequentemente diagnosticata negli ultimi 50 anni, che nei prossimi 10 aumenterà di circa il 55%. E’ quanto emerso durante il 90esimo Congresso nazionale della Società italiana di urologia (Siu), in corso a Napoli. Su 25 milioni di uomini, ne sono colpiti il 20-30%.

“E’ la vera malattia su cui puntare i fari – spiega Vincenzo Mirone, segretario generale della Siu – perché è una patologia che nei prossimi anni altererà la qualità della vita nell’uomo. La prevenzione inizia con gli stili di vita”, avverte l’esperto.

“Già dai 35-40 anni bisogna iniziare a vivere in maniera ordinata – raccomanda – E’ necessaria una corretta alimentazione che preveda licopene, presente nel pomodoro rigorosamente cotto. Novità importanti possono arrivare anche dallo zinco, contenuto in alimenti come asparagi, frutta secca e verdure crude a foglie verde intenso come gli spinaci“. E’ invece “una ‘bufala’ – precisa – quella delle patate al selenio”.

Occhio anche all’attività sessuale: meglio “moderata, senza picchi di astinenza né di frequente attività”. L’ipertrofia prostatica benigna è la seconda malattia per incidenza nei maschi over 50, dopo l’ipertensione arteriosa, sottolineano gli specialisti. “E’ importante – consigliano – che gli uomini si sottopongano a una visita ogni 6 mesi dopo i 50 anni, con ecografia e dosaggio del Psa (antigene prostatico specifico)”.

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