Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
In merito ai dati Istat sull’aumento dell’aspettativa di vita. “Questo è un dato positivo -ha affermato Ricciardi-. Il fatto negativo per l’Italia è l’estrema eterogeneità, perchè c’è un’enorme differenza tra nord e sud. Un altro problema è legato alla qualità della vita. Si vive di più, ma non si vive meglio. Gli anni che si allungano spesso non sono vissuti in condizioni di buona salute. Rispetto ad altri Paesi, come quelli del Nord Europa, da noi l’aumento dell’aspettativa di vita non corrisponde all’aumento della qualità della vita. Il problema principale è rappresentato dalle cosiddette malattie croniche, che possono essere curate ma da cui non si guarisce. L’86% delle malattie croniche degli italiani sono dovute a pochi fattori: cattiva e/o eccessiva alimentazione, scarsa attività fisica, consumo di tabacco e/o di alcol. Se uno facesse attenzione a queste cose sarebbe già un ottimo modo per prevenire queste malattie”.
Fattore lavoro su salute. “Tanto tu fai un lavoro che ti piace tanto aumenta l’aspettativa di vita, un lavoro ripetitivo e logorante diventa un fattore di rischio di malattia. La cosa peggiore per la salute è la disoccupazione, ma soprattutto la precarietà” ha spiegato Ricciardi.