Ricerca: la pittura al servizio della scienza neurologica

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Le arti visive al servizio della scienza, per comprendere i meccanismi del cervello e individuare nuove cure per i pazienti affetti da problemi neurologici e, più nello specifico, dalla malattia di Parkinson. È il progetto che vedrà protagonista la docente della LABA di Firenze, Tannaz Lahiji, che esporterà alla New York University (NYU) e alla City University of New York (CUNY) il proprio metodo creativo, affinato in anni di studi e ricerche, e sperimentato con successo anche con i giovani allievi della Libera Accademia di Belle Arti.

“Il mio approccio si basa, in un certo senso, sulla sottrazione – spiega la docente Lahiji -. Disattivando un senso alla volta, altri si attivano automaticamente per compensare quello mancante. E’ un automatismo che ho verificato sia su me stessa che sui miei studenti. Alla LABA ho chiesto ai ragazzi, ad esempio, di disegnare senza guardare mai la carta, tenendo lo sguardo fisso sul soggetto da ritrarre; oppure ho concesso agli allievi soltanto dieci, massimo venti secondi per riprodurre un paesaggio o una natura morta. In altri casi, ho chiesto di lavorare con l’immaginazione, disegnando uno stesso elemento ma da una prospettiva diversa. I risultati – ripete la professoressa – sono stati sempre fantastici: questo metodo offre risposte interessanti e informazioni preziose riguardo alle capacità cognitive dell’artista e, più in generale, al modo in cui la mente risponde a determinati stimoli, in particolari condizioni”.

La docente della LABA, scelta appositamente dai due istituti americani (uno privato e l’altro pubblico), esporterà il suo metodo oltreoceano: alla NYU University e alla City University of New York terrà alcuni seminari a cui prenderanno parte medici e studiosi del dipartimento di Scienze neurologiche, per un periodo di sperimentazione di circa due anni. Durante le sessioni, con l’ausilio di un artista del posto o di uno studente di pittura del polo universitario, i ricercatori avranno la possibilità di verificare – tramite il metodo della docente – i meccanismi di risposta del cervello ed effettuare rilievi scientifici con appositi macchinari. Alcune patologie neurologiche precludono, infatti, l’uso di una o più parti del corpo, rendendo necessari meccanismi di adattamento diversi.

Unire la scienza all’arte, due mondi apparentemente lontani ma, in realtà, molto vicini: è questa la sfida che sono orgogliosa di poter affrontare con il supporto della NYU e della CUNY – sottolinea ancora la docente Lahiji -. Si tratta di un progetto affascinante che spero potrà fornire risposte utili”.

Il lavoro di Tannaz Lahiji consentirà infine di creare una sorta di ponte immaginario tra Firenze e New York, per avvicinare le due università americane alla LABA di Firenze e mettere in campo ulteriori progetti condivisi.

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