In Italia ogni anno si ammalano di tumore circa millequattrocento bambini in età pediatrica e quasi mille adolescenti. Negli anni Settanta sopravviveva il 40% di essi, mentre oggi la percentuale è dell’80-90 per cento. Risultati ottenuti anche grazie all’immunoterapia antitumorale, un insieme di approcci terapeutici altamente innovativi e sofisticati che consentono il trattamento di neoplasie attivando e potenziando il sistema immunitario del paziente, inducendolo ad attaccare le cellule neoplastiche.
Le nuove tecniche saranno illustrate durante il Simposio Internazionale “Innunotherapy of chilhood cancer” in programma a Roma dal 9 all’11 novembre 2017 e promosso dalla Fondazione Internazionale Menarini e che avrà come Presidenti Franco Locatelli e Lorenzo Moretta dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Andrea Pession, dell’Ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna. Tra gli argomenti del simposio, da segnalare le nuove tecniche di trapianto di cellule emopoietiche da genitore.
«Un genitore, per definizione, ha il 50 per cento del patrimonio genetico in comune con il figlio, che tradotto in termini immunologici significa una sorta di compatibilità dimezzata – spiega Franco Locatelli – un dimezzamento che è stato superato grazie alle nuove tecniche con le quali preleviamo sangue periferico del padre o della madre, eliminiamo le cellule pericolose (linfociti T alfa/beta+), responsabili dello sviluppo di complicanze legate all’aggressione da parte di cellule del donatore sui tessuti del ricevente (Graft versus host disease), lasciando però elevate quantità di cellule buone (linfociti T gamma/delta+, cellule Natural Killer), capaci di proteggere il bambino da infezioni severe e dalla ricaduta di malattia». Sede del simposio è la Domus del Circo Massimo Via dei Cerchi 87/89, a Roma.