San Francesco d’Assisi: patronati, iconografia, arte e letteratura

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Quattro ottobre. Questa data è cara a molti italiani, ai devoti del “poverello di Assisi”, a quanti, in suo onore, hanno chiamato i figli Francesco e Francesca e, più prosaicamente, a quelli che ricordano ancora quando era festa nazionale e le scuole erano chiuse. Francesco, l’uomo della povertà, della pace, l’uomo che ama e custodisce il creato, è patrono d’Italia e fondatore dell’ordine che da lui prese nome, oltre che di ecologisti, animali, poeti, uccelli, commercianti, Lupetti/Coccinelle. San Francesco d’Assisi incarna lo spirito dell’identità nazionale. È un Santo che mette tutti d’accordo, senza distinzione di sorta. È un Santo che unisce l’Italia con la forza della fede. È un Santo che parla una lingua universale e che vive la sua avventura terrena in un periodo fatto di libertà e di rinnovamento. Francesco è un rivoluzionario. Cambia l’Italia ed il mondo con le armi dell’amore e dell’umiltà. Molla tutto per essere coerente con il Vangelo di Cristo.

Ed oggi ci insegna ad essere uomini di coesione di unità partendo proprio dalle peculiarità di ciascuno di noi. Il tratto distintivo nella raffigurazione del santo, quello che permette in primo luogo di riconoscerlo, è la presenza delle stigmate e della ferita al costato. Veste il saio chiamato appunto francescano, presenta la chierica e può essere accompagnato da un lupo o attorniato da uccelli, in riferimento a due ormai celeberrimi episodi : il lupo di Gubbio e la predica agli uccelli. Spesso, se le stigmate non sono visibili, porta nelle mani una croce. Dante Alighieri ricorda la figura di Francesco, guida della sposa di Cristo, nell’XI canto del Paradiso e descrive le sue “nozze mistiche” con Madonna Povertà, che « …privata del primo marito/ millecent’anni e più dispetta e scura/ fino a costui si stette senza invito » (vv.64-66) e che prima di morire affida ai suoi discepoli: « a’ frati suoi, sì com’a giuste rede/ raccomandò la donna sua più cara/ e comandò che l’amassero a fede » (vv.112-114).

San Francesco ha ispirato numerosi pittori. L’opera più antica, datata, che lo raffiguri, è il San Francesco e storie della sua vita di Bonaventura Berlinghieri nella chiesa di San Francesco a Pescia, eseguita nel 1235, ad appena nove anni dalla morte del santo. Simili a questa tavola sono altre opere duecentesche, come quella del San Francesco Bardi. Altre opere precoci, utili per capire la fisionomia del santo, sono il ritratto eseguito da Cimabue a lato della Maestà di Assisi, nella basilica inferiore, oppure la tavola nel Museo di Santa Maria degli Angeli che si dice stata sul coperchio della tomba del santo.Innumerevole le opere che ritraggono il santo, sempre oggetto di profonda devozione. Tra quelle più importanti che lo hanno come protagonista ci sono, in ordine indicativamente cronologico, i lavori di Giotto (Stimmate), Gentile da Fabriano (Stimmate), Jan van Eyck (Stimmate), Colantonio (Consegna della regola francescana), Giovanni Bellini (San Francesco nel deserto), Tiziano (Stimmate), Gaudenzio Ferrari (San Francesco riceve le stigmate), Caravaggio (Estasi, Meditazione di Cremona e Meditazione di Roma), Rembrandt, (Titus in veste di san Francesco), Guercino (San Francesco riceve le stimmate), Guido Reni (San Francesco in estasi), Murillo (San Francesco abbraccia Cristo crocifisso).

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