Sanità: il paziente al centro, a “La mente in salute” l’esempio dell’Olanda

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La sanità come la conosciamo oggi non poteva essere concepita in maniera peggiore“. A parlare è Bastiaan R. Bloem, professore di Neurologia al Radboud University Medical Center di Nijmegen in Olanda, ospite di un incontro all’interno del ciclo di conferenze ed appuntamenti ‘La mente in salute‘ a Vicenza, organizzato da Fondazione Zoè. Bloem ha spiegato l’importanza del proporre un nuovo modello di sanità pubblica fondato sulla centralità del paziente, sull’innovazione, sul concetto di community e di specializzazione dei professionisti coinvolti.
Tutto parte dalla presa di coscienza che anche il centro di eccellenza diretto dal professore fino a qualche tempo fa non era considerato efficiente. Questo a causa della distanza che i malati di Parkinson dovevano affrontare per raggiungere il centro, e per il fatto che, a diagnosi ricevuta, gli stessi si vedevano costretti a trovare e raggiungere altri professionisti specializzati in diversi ambiti della medicina coinvolti nella patologia. “Il sistema sanitario del futuro deve essere capace di rendere la vita più facile ai pazienti, non ai medici, e può farlo solo imparando a curare a domicilio, supportando le persone quando distanti e in autonomia e arricchendo professionalmente il personale infermieristico, il più vicino ai pazienti stessi“.
Secondo Bloem, il sistema della sanità deve essere concepito come un castello con diverse linee di difesa per il paziente: “È necessario cambiare la prospettiva del medico, che non dovrà più essere distante ma fungere al contrario da guida di pazienti-partner con un medesimo obiettivo, quello della cura della patologia, nella fattispecie cronica“, come il Parkinson. Seconda linea difensiva sarà l’educazione dei pazienti, che devono essere in grado di sfruttare al meglio le potenzialità della rete e delle nuove tecnologie, come nel caso di ParkinsonTv che, con talk show e programmi di approfondimento disponibili anche sul web, arriva direttamente all’utente finale raggiungendo grandi numeri su vasta scala.
Tramite il coinvolgimento di partner innovativi, si può sostenere a livello statale l’assistenza a domicilio, anche attraverso mezzi tecnologici come le video conferenze. E poi c’è l’importanza della community: “Con ParkinsonNet – innovativa rete sanitaria attraverso la quale le persone con Parkinson possono stabilire il loro trattamento, in collaborazione con una squadra multidisciplinare di professionisti, ndr – formiamo direttamente i medici sulle peculiarità del Parkinson, affinché a loro volta possano cooperare direttamente con i pazienti in una sorta di continuo scambio volto al perfezionamento di una cura sempre più personalizzata ed efficace“.
E l’ospedale? “Sarà solo l’ultima linea difensiva del nostro castello, da raggiungere solo in caso le altre abbiano ceduto. E nelle strutture ospedaliere del futuro i medici faranno diagnosi, formazione, studi e innovazione, oltre che cure, a stretto contatto con il personale ospedaliero come gli infermieri, sempre più centrali nel rapporto diretto con i pazienti“. Quello proposto da Bloem a Vicenza è un sistema sanitario già divenuto realtà, dall’Olanda ad alcune aree del Regno Unito, della California e della Germania: “Perché la medicina del futuro è personalizzata e sempre più specializzata“.

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