L’Irlanda si prepara al peggio per l’incontro con Ophelia, la tempesta tropicale divenuta Uragano di categoria 3 nel suo cammino a ritroso attraverso l’Oceano Atlantico in direzione dell’Europa. Il Met Office, l’ufficio meteorologico britannico, ha elevato il livello di allerta ad ‘arancione’ (amber) per l’Irlanda del Nord, avvertendo lo spettro di una minaccia potenziale non solo a cose e a edifici, ma anche “alla vita delle persone”. I dati, in effetti, sono in evoluzione di minuto in minuto e la perturbazione viene tenuta d’occhio costantemente.
La portata e l’intensita’ dell’impatto andranno pertanto verificate nelle prossime ore. Tuttavia l’immagine proiettata dai satelliti fa una certa impressione, mentre Ophelia si avvicina, sfiorando l’arcipelago portoghese delle isole Azzorre, accompagnata da raffiche di vento, rinforzatesi nel pomeriggio domenicale da 113 fino a circa 145 chilometri orari. Un vento che la sposta verso nord-est. Il contatto con l’Ulster al momento è previsto per la seconda metà di lunedì, quando è probabile l’incontro con la terraferma anche in Inghilterra sudoccidentale e settentrionale (Londra risulta fuori tiro), sulle coste del Galles e su parte della Scozia.
In Gran Bretagna lo stato d’allerta risulta al momento di color ‘giallo’, meno ‘arancione’ (il secondo nella scala dei fenomeni meteo dopo il classico allarme rosso) viene segnalato per diverse contee irlandesi, soprattutto settentrionali. In Irlanda e’ stato convocato intanto un comitato d’emergenza nazionale incaricato di assumere misure precauzionali. Il meteorologo Alex Burkhill, citato dall’Evening Standard, non esclude che, al contatto con la terra, l’Uragano possa “indebolirsi” e “ridursi a tempesta extratropicale”.
Ma le cautele sono fondamentali. L’allarme arancione significa possibili danni alle linee elettriche, interruzioni ai trasporti e alle reti di telefonia mobile, talora alberi sradicati o tetti scoperchiati, con il conseguente rischio di detriti proiettati qua e là. Quindi in grado di colpire e uccidere in teoria anche esseri umani. Il fenomeno in Europa e’ relativamente inusuale. Ma nelle Isole britanniche non è stato dimenticato il precedente del ‘Great Storm’ dell’ottobre 1987 – 30 anni fa esatti -, quando una violenta perturbazione atlantica tocco’ le coste di vari Paesi del vecchio continente: investendo in primis proprio il Regno, dove le devastazioni furono pesanti (un miliardo di sterline dell’epoca) e dove si contarono 18 dei 22 morti complessivi.