Corsa contro il tempo per i soccorritori impegnati a localizzare il sottomarino San Juan scomparso da mercoledì scorso: dopo sette giorni si esaurisce l’aria all’interno del sommergibile se non esce a fare “snorkelling“. Migliorate nelle ultime ore le condizioni meteo, dopo avere affrontato onde alte fino a otto metri (video in basso), quella di oggi è considerata dai soccorritori una giornata clou per le ricerche e per salvare quindi i 44 membri dell’equipaggio del San Juan. Le ipotesi in campo sono numerose, dalle più gravi, come l’incendio a bordo, alla semplice perdita dei canali di comunicazione.
Fino a questo momento le autorità brancolano nel buio: la marina argentina ieri ha rivelato che il sottomarino aveva segnalato mercoledì 15 novembre un’avaria. I soccorsi ignorano se il sommergibile di 65 metri si trovi in superficie, se è alla deriva o se con ancora i motori funzionanti sarebbe semplicemente privo di mezzi di comunicazione. Non sanno neanche se si trovi in immersione volontaria.
Quattordici navi e dieci aerei sono mobilitati per le ricerche di oggi, su una vasta zona intorno all’ultima posizione comunicata mercoledì dal San Juan, 430 chilometri dalle coste del Sud Est del Paese. Gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Brasile, il Cile e l’Uruguay partecipano alle ricerche.
Le sue ultime coordinate, ha fatto sapere il ministero della Difesa argentino, lo individuavano nel Golfo San Jorge, 240 miglia nautiche (432 chilometri) al largo della costa, nel sud-est della penisola di Valdes, a circa 1.300 chilometri a sud di Buenos Aires.
Il San Juan appartiene alla classe TR-1700 alimentata da motori diesel ed elettrici. Stava tornando da una missione di routine da Ushuaia, vicino alla punta estrema del Sud America, alla sua base nel Mar del Plata, a 400 km a sud di Buenos Aires. Era partito 11 giorni fa dalla base di Mar del Plata diretto proprio ad Ushuaia dove ha trascorso 3 giorni prima di invertire la rotta. Il sottomarino è entrato in servizio nel 1983 ed è stato ammodernato tra il 2007 ed il 2014 per prolungare la sua vita operativa di 30 anni.
Secondo il protocollo, il San Juan avrebbe dovuto risalire in superficie o lanciare un segnale radio di Sos dopo aver constatato la perdita dei contatti con la base.
Se i 44 membri dell’equipaggio perdessero la vita, sarebbe per l’Argentina la perdita militare più grave dalla Guerra delle Falkland, nel 1982.