Misure e strumenti per raggiungere i target definiti a Parigi e una ‘road map’ per mettere a punto una revisione, con maggiore ambizione, degli impegni assunti. Sono questi i due punti cardine al centro del vertice delle Nazioni Unite sul clima che apre il sipario il 6 novembre (e fino al 17) a Bonn, in Germania: e’ la Cop23, la 23esima Conferenza delle parti della Convenzione quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc), e la presidenza e’ affidata alle Isole Fiji.
A partire da quanto deciso con l’Accordo di Parigi (il mantenimento dell’aumento della temperatura media al di sotto dei 2 gradi, con l’impegno a contenerlo entro 1,5), il fatto che l’anima del vertice sia nell’oceano Pacifico, dove si combatte per ‘non rimanere sott’acqua’ per via dell’innalzamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale – spiega Mauro Albrizio, responsabile dell’ufficio europeo di Legambiente – “potrebbe rappresentare una spinta ulteriore: un incoraggiamento a tutti a fare di piu'”.
Gli obiettivi principali saranno due: la preparazione di un testo negoziale, in forma di bozza, con le linee guida per rendere operativo l’accordo di Parigi a partire dal 2020; e la costruzione di una ‘road map’ per la messa a punto del ‘dialogo di facilitazione’, cioe’ un primo avvio del processo di revisione degli impegni assunti al 2030.
Questa Cop, che portera’ sul palcoscenico tedesco oltre 190 nazioni e, come osserva Albrizio, potrebbe essere definita quella delle “‘promesse'” da mantenere per attuare gli impegni presi a Parigi dai governi mondiali, al netto della ‘retromarcia’ del presidente Usa Donald Trump che ha portato gli States fuori dall’intesa parigina.