“Nel nostro Paese il ministero dell’Ambiente è un interlocutore non all’altezza delle attuali sfide. Avremmo bisogno, così come accade in Francia, che fosse la Presidenza del Consiglio a prendere in mano questi temi, perché il cambiamento climatico mette insieme l’economia, le infrastrutture, le città e anche le questioni ambientali”. Così Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, a margine dell’incontro di oggi alla Camera organizzato dal Kyoto Club in occasione del primo anniversario dell’entrata in vigore degli accordi di Parigi.
“Il piano di adattamento ai cambiamenti climatici è un bellissimo libro – continua Zanchini – così come è un bellissimo libro la strategia nazionale di adattamento, ma non abbiamo bisogno di un bel libro: abbiamo bisogno di sapere come intervenire su un territorio fragilissimo”.
Anche per Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, “sempre di più, a livello internazionale, i ministri dell’Ambiente assumono un ruolo molto più importante di quello che abbiamo oggi in Italia, penso alla Francia e all’Olanda, riuscendo ad essere un ministero così forte da orientare le politiche sul CLIMA. Alcuni Paesi stanno addirittura decidendosi per un ministro del CLIMA, perché politica ambientale significa politica industriale, dei trasporti e dell’agricoltura. E’ una riflessione da fare. La sfida ambientale – conclude Silvestrini – non può essere gestita da un ministero, per quanto possa esserci buona volontà, assolutamente non è possibile”.