Costi diabete: 1/4 è dovuto ai farmaci per le complicanze cardiovascolari

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La malattia cardiovascolare (MCV) è la prima causa di morte nei pazienti con diabete mellito; il 65% dei diabetici di tipo 2 muore per cardiopatia ischemica o stroke; un adulto diabetico ha una probabilità doppia di soffrire di MCV rispetto a un non diabetico: il pesante impatto delle complicanze cardiovascolari nella gestione del diabete è un problema da tempo all’ordine del giorno. Proprio per approfondire questo tema e riflettere su come assicurare ai pazienti un controllo glicemico ottimale e un’adeguata protezione cardiovascolare, ottimizzando al contempo l’impiego delle risorse e riducendo la spesa a carico del SSN, l’Associazione Medici Diabetologi (AMD) il 1° e il 2 dicembre organizza a Feroleto Antico (CZ) il convegno dal titolo “Diabete e malattia cardiovascolare: nuove evidenze?”. L’evento vedrà coinvolti diabetologi, cardiologi e altri specialisti provenienti da tutt’Italia, chiamati a confrontarsi ogni giorno con queste patologie.

“Alcuni nuovi farmaci antidiabetici si sono dimostrati capaci di agire anche sui fattori di rischio cardiovascolare”, commenta Domenico Mannino, Presidente dell’Associazione Medici Diabetologi. “Attualmente sono impiegati in una popolazione di pazienti molto ristretta, eppure, il loro maggior costo unitario verrebbe ampiamente bilanciato dal risparmio legato alla minore incidenza di ipoglicemie ed eventi cardiovascolari e renali che tali terapie permettono di ottenere. Obiettivo di questo evento AMD è proprio fare chiarezza in merito al valore di questi nuovi farmaci, evidenziando come il loro impiego sia associato a un minore uso di risorse per visite, esami, chiamate al 118, accessi a PS e ricoveri dovuti alle complicanze cardiovascolari del diabete.

“Da circa un anno – spiega Domenico Cucinotta, Direttore Dipartimento di Medicina dell’Università di Messina e Past President AMD – sono disponibili i risultati di alcuni importanti studi clinici che, per la prima volta, hanno dimostrato come nuove classi farmacologiche sviluppate per la cura del diabete siano anche in grado di ridurre la comparsa di eventi cardiovascolari e renali. L’insufficienza renale è infatti l’altra grande complicanza dei pazienti diabetici. In particolare, lo studio LEADER, condotto su una molecola appartenente alla famiglia delle incretine, ha evidenziato come tali farmaci abbiano ridotto gli eventi cardiovascolari oltre alla comparsa e alla progressione dell’insufficienza renale; anche gli studi EMPA-REG e CANVAS, condotti su molecole del gruppo delle gliflozine, hanno mostrato una diminuzione degli eventi cardiovascolari e soprattutto dello scompenso cardiaco. Nel corso del meeting, approfondiremo le caratteristiche di questi farmaci, il loro profilo di sicurezza ed efficacia”.

Dato che l’innovazione porta con sé un inevitabile aumento dei costi per il SSN, il convegno tratterà anche il tema cruciale della sostenibilità delle cure. “Ai fini di un’analisi corretta del problema, occorre distinguere tra prezzo e costo”, sottolinea Riccardo Candido, Consigliere nazionale AMD. “Mentre nel primo caso si intende la spesa per un determinato farmaco o dispositivo tecnologico, nel secondo caso si fa riferimento alla spesa per la gestione complessiva della persona con diabete. Secondo i recenti dati dell’Osservatorio ARNO, questa spesa si compone per il 49% dai ricoveri dovuti alle complicanze del diabete e alle patologie ad esso associate, per il 23% dai farmaci legati in particolare alle complicanze cardiovascolari e solo per il 7% dai farmaci anti-iperglicemici. Se si considera il costo totale della persona con diabete, le nuove terapie, che permettono di prevenire ipoglicemie, complicanze e ricoveri (la parte di spesa più cospicua), risultano non solo sostenibili, ma anche costo-efficaci. Considerando, inoltre, i costi indiretti, ad esempio le giornate lavorative perse, il vantaggio è ancora maggiore. È chiaro poi che la gestione delle opzioni terapeutiche da parte degli operatori sanitari deve essere appropriata: l’innovazione farmacologica va destinata al paziente giusto, che ne può trarre il maggior beneficio. Il convegno di domani va proprio in questa direzione, confermando l’impegno di AMD nel formare i propri soci, affinché siano professionisti competenti, di valore e con un approccio sempre più appropriato”.

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