Non solo coronaropatia e infarto. A insidiare la salute del cuore sono anche le malattie delle valvole cardiache: colpiscono in Italia oltre 1 milione di persone e riguardano il 10% della popolazione oltre i 65 anni, la fascia più colpita. Si stimano in oltre 130 mila gli italiani che soffrono di stenosi aortica grave sintomatica, per i quali le linee guida nazionali e internazionali suggeriscono un intervento di sostituzione della valvola, e in circa 600 mila quelli che accusano un’insufficienza mitralica da moderata a grave, per molti dei quali sarebbe utile un intervento correttivo.
Eppure, in Italia, ogni anno si eseguono meno di 30 mila interventi sulle valvole cardiache, a testimonianza di malattie cui viene concessa scarsa considerazione nel nostro Paese. Questa la denuncia che emerge dal ‘Libro Bianco sul trattamento delle malattie valvolari cardiache’ realizzato da Cuore Italia, l’associazione appartenente alla rete internazionale Heart Valve Voice nata per dare voce alle persone colpite da queste malattie, presentato oggi al congresso nazionale di Senior Italia Federanziani.
“Il Libro bianco rappresenta il coronamento del primo anno e mezzo di lavoro di Cuore Italia – Heart Valve Voice, associazione che costituisce il punto di riferimento in Italia per quei malati fino a oggi isolati e troppo spesso ignari della possibilità di allungare la propria vita e migliorarne significativamente la qualità, grazie alle cure disponibili”, ha spiegato Roberto Messina, presidente di Cuore Italia – Heart Valve Voice.
“Con questo documento ci proponiamo di evidenziare i fattori e le barriere ancora esistenti nel nostro Paese sui quali risulta necessario un intervento. Dalla poca notorietà, ai ritardi nella diagnosi, al fatto che le cure non sono uniformemente accessibili sul territorio nazionale, con disparità di trattamento tra cittadini di regioni diverse e di età diverse, si determina, in ultima analisi, che molte persone che ne avrebbero diritto e necessità, soprattutto anziane, non sono curate”, ha precisato.
“Le malattie delle valvole cardiache sono molto più frequenti di quanto si possa pensare e producono un impatto importante sulla salute e sulla qualità di vita, soprattutto nelle persone in età avanzata, in cui la malattia è più spesso severa e invalidante”, ha aggiunto Pierluigi Stefano, Direttore Divisione di cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze e membro del Comitato scientifico di Cuore Italia – Heart Valve Voice. Generalmente le malattie delle valvole cardiache sono poco conosciute e trascurate dagli stessi cittadini: solo il 5% degli italiani oltre i 60 anni ne ha sentito parlare e ancora meno, il 2%, se ne preoccupa, nonostante le forme più gravi abbiano una prognosi fortemente negativa, simile a quella di molti tumori.
La buona notizia è la possibilità di diagnosticarle con sufficiente semplicità – basta un’attenta auscultazione del cuore con il fonendoscopio – e curarle con interventi che consentono di sostituire la valvola malata o di ripararne la porzione danneggiata lasciando la valvola naturale, allungando la vita e migliorandone la qualità in modo significativo. “Le evidenze scientifiche dimostrano che i benefici dell’intervento sono sempre maggiori. Le tecniche mini-invasive garantiscono al paziente riabilitazione e tempi di ripresa delle normali attività quotidiane più rapidi, con minori complicanze e miglioramento delle condizioni post-operatorie. Il tutto, con un indubbio impatto positivo anche sul Servizio sanitario nazionale”, ha aggiunto Stefano.
“La popolazione italiana invecchia; già oggi gli over 65 rappresentano il 22%, e nei prossimi 25 anni l’Istat stima questo dato possa abbondantemente oltrepassare la soglia del 30%. Per questo, le malattie delle valvole cardiache saranno sempre più diffuse”, ha dichiarato Alessandro Boccanelli, presidente della Società Italiana di cardiologia geriatrica (Sicge), membro del Comitato scientifico di Cuore Italia – Heart Valve Voice.
“Troppo spesso queste malattie non sono diagnosticate e, anche quando ciò avviene, non sempre i pazienti sono avviati al trattamento più adeguato: è stato documentato che circa un terzo dei pazienti affetti da stenosi aortica con indicazione al trattamento chirurgico non vengono operati, e che ciò si verifica in un caso su 2 per la malattia della valvola mitrale”. “Nel nostro Paese, inoltre, esistono barriere al trattamento, specialmente per le procedure e le tecnologie innovative come la Tavi (sostituzione della valvola aortica per via transcatetere) e la mitraclip (la clip per l’insufficienza mitralica), che causano accesso non uniforme alle cure, disparità di trattamento tra cittadini di regioni diverse e migrazione di pazienti in altre regioni per ricevere le cure appropriate”, ha detto ancora Boccanelli.
“Auspichiamo che il Libro bianco rappresenti uno strumento importante di conoscenza e lavoro per chi deve compiere scelte di politica sanitaria a livello nazionale e locale. Possa quindi spingere i decisori a sostenere l’informazione dei pazienti, ad adottare politiche che consentano l’accesso ai trattamenti innovativi in modo uniforme su tutto il territorio nazionale valorizzando adeguatamente l’innovazione tecnologica, e che mantengano il sistema al passo con l’evoluzione delle tecnologie sanitarie”, ha concluso Messina.