Ad oggi, sono 102.240 i pazienti che risultano avviati ad almeno un trattamento contro il virus dell’Epatite cronica C, secondo i dati del Registro di monitoraggio dell’Agenia italiana del farmaco Aifa resi pubblici e aggiornati come ogni settimana sul sito dell’Agenzia. “E’ una notizia positiva – commenta il Direttore Generale dell’AIFA Mario Melazzini in un breve video messaggio lanciato sui canali social dell’Agenzia – perche’ parliamo di oltre 100 mila pazienti che finalmente potranno guarire dalla malattia o che gia’ l’hanno sconfitta”.
“Vedremo crescere rapidamente questi numeri – continua Melazzini – grazie ai nuovi criteri di trattamento, fortemente voluti da Aifa, e sposati dalle Regioni, che stanno producendo grandi sforzi per dare ai pazienti il farmaco giusto nei tempi piu’ rapidi. Oggi sono 8 le terapie disponibili, totalmente rimborsabili grazie ai 500 milioni del Fondo farmaci innovativi istituito dal Ministro Lorenzin. Nei mesi scorsi abbiamo chiesto una svolta che imponesse per questi farmaci un prezzo etico. Credo il messaggio sia stato colto, la strada quella giusta, e tutto a beneficio del paziente e della sostenibilita’ del sistema sanitario nazionale”. Dal 2015 ad oggi l’incremento dei pazienti trattati e’ stato sempre maggiore: decisiva e’ stata la modifica ai criteri di accesso alle terapie, avvenuta lo scorso mese di marzo. Non piu’ criteri di rimborsabilita’ ma di trattamento, che hanno consentito a tutti i malati di poter essere arruolati dai centri prescrittori e avviati alle cure secondo priorita’.
“L’obiettivo di eliminazione della malattia, indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita’ nel 2030, non sembra piu’ cosi’ lontano – conclude Melazzini – come confermano anche i dati del recente World Hepatitis Summit tenutosi poche settimane fa in Brasile. Sara’ importante continuare l’attivita’ di informazione per favorire la prevenzione e lo screening della malattia e allo stesso tempo richiamare tutti gli attori al senso di responsabilita’ necessario a continuare a garantire la sostenibilita’ di queste cure salvavita per un numero sempre piu’ ampio di persone”.