I Paesi del G7, compresi gli Usa, riconoscono “la necessità urgente di dare impulso politico all’importanza di fare fronte all’impatto sulla salute del cambiamento climatico, del degrado ambientale e di altri fattori e di promuovere un’azione coordinata per rafforzare i sistemi sanitari in linea con i principi di efficacia degli aiuti”. Lo hanno scritto nella dichiarazione congiunta che ha concluso il summit, che si è tenuto per due giorni al Museo nazionale della scienza e della tecnologia, tra i ministri della Salute dei sette Paesi più industrializzati.
Alla conferenza stampa finale insieme alla padrona di casa, Beatrice Lorenzin, hanno partecipato Michiyo Tagaki (Giappone), Ginette Petipas Taylor (Canada), Steve Brine (Regno Unito) e il Commissario europeo per la salute Vytenis Andriukaitis. Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Canada, Giappone e Usa convengono inoltre sul fatto che “devono essere affrontate le carenze di forza lavoro nel settore della sanità e la scarsità dei fondi stanziati dagli stati per conseguire l’obiettivo di un maggiore accesso all’assistenza sanitaria”.
I sette accolgono poi “con soddisfazione l’azione congiunta dell’Oms, della Banca Mondiale, dell’Unicef ed altri partner importanti, inclusa l’Ocse, volta a sostenere i Paesi nel cammino verso il conseguimento dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 3.8” e restano “in attesa di conoscere gli sviluppi che saranno comunicati in occasione del Forum Uhc 2017 a Tokyo, il mese prossimo”.
Gli Stati Uniti hanno tuttavia ribadito la loro posizione critica rispetto all’accordo di Parigi sul clima, dal quale intendono ritirarsi, “a meno che non vengano identificati adeguati termini di rinegoziazione”, mentre i ministri della Salute e i capi delle delegazioni di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito e il Commissario europeo per la Salute e la Sicurezza Alimentare hanno riaffermato il “forte impegno” dei rispettivi governi a “implementare velocemente” l’accordo.
“Sono tantissime le sfide che stiamo attraversando in Europa e nel mondo, alcune delle quali epocali. Pensiamo ai cambiamenti climatici, ai flussi demografici e alle esistenza agli antibiotici che richiede investimenti e che riguarda milioni di persone“, ha commentato Lorenzin durante l’evento collaterale.
“I Paesi che hanno una struttura industriale matura dovrebbero indirizzarla all’economia della conoscenza che è una economia pulita. Abbiamo fatto un lavoro sulle evidenze ed è per questo che abbiamo trovato una quadra finale” ha aggiunto auspicando l’avvio a livello mondiale di “una nuova strategia di azione e di collaborazione tra organizzazioni internazionali e industria farmaceutica. Non sono due mondi separati, ma vivono da separati, invece sono due mondi diversi che devono interagire“.