Negli ultimi dieci giorni del mese di novembre i Palombari del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. di Augusta (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi), hanno condotto numerosi interventi d’urgenza in più località della Sicilia tese a rimuovere 53 pericolosi ordigni esplosivi residuati bellici.
A seguito di una segnalazione di privati cittadini circa la presenza di probabili manufatti esplosivi, le Prefetture di Catania, Agrigento e Siracusa hanno richiesto e coordinato più interventi di bonifica d’urgenza che sono stati condotti dal Gruppo Operativo Subacquei (GOS) della Marina Militare.
I Palombari si sono immersi a Gelsomineto (Avola), Ognina (Catania) e Punta Sottile (isola di Lampedusa) per ricercare ed effettuare il riconoscimento degli oggetti segnalati, trovando, nel complesso, 10 proiettili di grosso calibro, 17 di medio calibro, 12 bombe a mano, 7 bombe da fucile, 6 bombe da mortaio ed una spoletta risalenti all’ultimo conflitto mondiale. Gli ordigni recuperati sono stati distrutti dagli uomini di Comsubin, utilizzando le consolidate precauzioni tese a preservare l’ecosistema marino.
Questo intervento rappresenta una delle tante attività che i Reparti Subacquei della Marina conducono a salvaguardia della pubblica incolumità anche nelle acque interne, come ribadito dal Decreto del Ministero della Difesa del 28 febbraio 2017, svolgendo operazioni subacquee ad alto rischio volte a ripristinare le condizioni di sicurezza della balneabilità e della navigazione.
Lo scorso anno i Palombari della Marina Militare hanno recuperato e distrutto un totale di 12.400 ordigni esplosivi residuati bellici, mentre dal 1 gennaio 2017 ne hanno già neutralizzati 21.684 dai mari, fiumi e laghi italiani, senza contare le migliaia di proiettili di calibro inferiore ai 12,7 mm anch’essi rimossi e distrutti.
Con una storia di 168 anni alle spalle, i Palombari rappresentano l’eccellenza nazionale nell’ambito delle attività subacquee essendo in grado di condurre immersioni lavorative fino a 1.500 metri di profondità ed in qualsiasi scenario operativo, nell’ambito dei propri compiti d’istituto (soccorso agli equipaggi dei sommergibili in difficoltà e la neutralizzazione degli ordigni esplosivi rinvenuti in contesti marittimi) ed a favore della collettività.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formarti esclusivamente dal Gruppo Scuole di Comsubin che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.