Anche l’Italia tra i Paesi coinvolti nell’ambito dell’esercitazione internazionale sul rischio maremoto del NEAMTWS (North-Eastern Atlantic, Mediterranean and connected seas Tsunami Warning System) dell’IOC-UNESCO, iniziata il 31 ottobre e che terminerà domani, 3 novembre. L’iniziativa, denominata NEAMWave17, si sostanzia in test esercitativi su quattro differenti scenari simulati che interesseranno, in giorni diversi, tre aree del Mediterraneo e un’area dell’Atlantico nord-orientale.
Si tratta della prima esercitazione dopo l’istituzione del Sistema di Allertamento nazionale per i Maremoti (SiAM), prevista dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 febbraio scorso (in G.U. il 5 giugno 2017). Il SiAM – creato per valutare la possibilità che in conseguenza di terremoti in mare o lungo la costa avvenga un maremoto e di quale entità e per diffondere messaggi di allerta – è composto da INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, che opera attraverso il Centro Allerta Tsunami (CAT), ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e Dipartimento della Protezione civile.
Oggi, 2 novembre, lo scenario che interesserà non solo l’Italia ma tutto il Mediterraneo si basa su un ipotetico terremoto di magnitudo 8.5 con epicentro a sud dell’isola di Zante, nel segmento occidentale dell’Arco Ellenico, e permetterà di effettuare una simulazione di un reale processo di allertamento su scala nazionale.
L’esercitazione prevederà l’analisi del potenziale tsunamigenico del sisma effettuata dal CAT-INGV, lo studio in tempo reale dei dati mareografici rilevati dall’ISPRA e l’applicazione delle procedure di allertamento rapido da parte del Dipartimento della Protezione Civile. Sarà, inoltre, l’occasione per testare la piattaforma tecnologica, realizzata ad hoc, per l’invio rapido della messaggistica di allerta, che ne permetterà la trasmissione simultanea attraverso tre canali: email, sms ed IVR (Interactive Voice Response).
I messaggi di allerta saranno inoltrati a tutte le Sale Operative Regionali di protezione civile e per le Regioni Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia – quelle maggiormente interessate dallo scenario esercitativo – le comunicazioni raggiungeranno, sempre tramite la piattaforma, alcune amministrazioni comunali individuate dalle regioni stesse.
Gli tsunami sono uno dei fenomeni più frequenti nel Mediterraneo a seguito di forti eventi sismici, e per questo anche l’INGV ha di recente attivato un importante sistema di monitoraggio.
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Il direttore operativo per il coordinamento delle emergenze del Dipartimento nazionale di protezione civile, ing. Luigi D’Angelo, con estrema professionalità e chiarezza ha illustrato ai microfoni di MeteoWeb tutti i dettagli sulle attività in programma per oggi.
Come funziona l’allertamento?
“Abbiamo previsto tre livelli di messaggistica. Il livello più basso si chiama “Info”, e si attiva quando l’INGV ci comunica che c’è stato un terremoto tsunamigenico nel Mediterraneo che però non determina rischi per l’Italia. Poi abbiamo il livello “Advisory”, che si attiva quando è possibile che in alcune zone d’Italia (zone che vengono indicate di volta in volta) è possibile che stia arrivando un’onda di maremoto alta fino a un metro. Infine c’è il livello più alto, “Watch”, che si attiva quando è possibile che in alcune zone d’Italia stiano arrivando onde di maremoto di altezza superiore al metro“.
Ed è questo lo scenario in programma per l’esercitazione di Giovedì 2 Novembre?
“Sì, con la simulazione di un terremoto di magnitudo 8.5 sull’isola greca di Zante, partirà un messaggio di allerta “Watch” per le zone joniche e il basso Adriatico. Sarà un test importante per sperimentare il livello di comunicazione istituzionale, che già dovrebbe essere rodato. E’ un percorso che parte da lontano, e che con quest’esercitazione denominata “NEAMWave17” ci dovrà dare risposte importanti. Stiamo testando il primo livello di allerta, quello istituzionale. Saranno coinvolte le Regioni, le Prefetture e i Comuni coinvolti, simulando quello che si verificherà realmente nel momento in cui ci troveremo ad affrontare una situazione di questo tipo. Infatti una volta che la Protezione civile riceve dall’INGV il primo messaggio di avviso tsunami, in questo caso “Watch” per le zone joniche di Sicilia, Calabria, Basilicata e Puglia, noi lo rimandiamo a quei comuni, a quelle prefetture e a quelle regioni che possono essere interessati dall’evento. Ad esempio con lo scenario previsto per il 2 Novembre sono coinvolte le Regioni Basilicata, Sicilia, Calabria e Puglia che riceveranno il messaggio di tipo “Watch”. Saremo collegati in videoconferenza e parleremo del sistema di allertamento con loro, cercheremo di capire a che punto sono i comuni coinvolti, se hanno già una consapevolezza del rischio e se sono pronti ad attivarsi sui territori nel caso in cui uno scenario del genere si verifichi davvero. COsì verrà testata la nostra piattaforma informatica per l’invio rapido della messaggistica di allerta, procedendo all’invio dei messaggi stessi che saranno trasmessi attraverso tre canali, email, sms ed IVR (Vocale) alla Sala Operativa della Protezione Civile Regionale e ai Comuni, che procederanno secondo quanto stabilito nella fase di addestramento preliminare già svolta“.