La pasta alimentare è considerata dagli italiani, oltre che un alimento, un elemento di unione condiviso in tutto il mondo. Essa è parte integrante della vita, una tradizione, a cui gli italiani non sanno rinunciare. Il dilemma della pasta che faccia ingrassare è sicuramente l’incubo di tante persone che non riescono a resistere a questo piatto tanto appetitoso e particolarmente ricco. Ma poniamoci questa domanda, la pasta fa ingrassare? La risposta tanto attesa è No! A confermare questa tesi e ad evidenziare il ruolo fondamentale di questo importante pasto nell’ambito di una dieta equilibrata è l’International Carbohydrate Quality Consortium (ICQC), associazione che promuove il consumo di carboidrati di “qualità”.
Tale associazione ha elaborato 5 importanti spunti di riflessione sulle proprietà nutrizionali della pasta, elementi importanti che ci faranno comprendere come e quanto consumare questo importante alimento senza limitarci al consumo.
- I carboidrati non sono tutti uguali: gli alimenti ricchi in carboidrati sono tantissimi. Un piatto di pasta e fagioli e un cornetto alla crema, pure contenendo più o meno la stessa quantità di carboidrati, non si possono considerare equivalenti sul paino salutistico e nutrizionale. E’ importante quindi distinguere due tipi di zuccheri, quelli semplici da quelli complessi. I diversi tipi di carboidrati innescano diverse risposte metaboliche, e i vari cereali a loro volta hanno un diverso indice glicemico.
- L’utilizzo di pasta integrale, e cereali integrali, apporta benefici alla salute cardio-metabolica: la pasta integrale, ha un indice glicemico ridotto rispetto a quella convenzionale, è un piatto ricco di nutrienti rispetto a quella raffinata, in particolare è ricca di fibre che aiutano il transito intestinale e l’apporto proteico è decisamente superiore. Inoltre, la pasta integrale tende a saziare di più.
- La pasta è un’ottima fonte di carboidrati complessi (e non fa ingrassare): contrariamente a quello che si dice, la pasta è un ottimo alleato della dieta. I carboidrati complessi che essa contiene si distinguono dagli zuccheri semplici per la capacità di fornire energia a lento rilascio. Numerosi studi scientifici dimostrano che l’aumento di peso e dell’obesità sia dovuto dallo squilibrio tra energia assunta ed energia consumata, quindi bisogna sfatare un falso mito dicendo che i carboidrati di per sé non comportano l’aumento dell’indice di massa corporea ma invece costituiscono un pasto adatto per una sana alimentazione.
- I carboidrati da evitare sono quelli elevata risposta glicemica: i carboidrati ad altro indice glicemico sono responsabili del rapido innalzamento della glicemia, e quindi della concentrazione di glucosio nel sangue, evento che scatena il meccanismo perverso dell’insulina. Tali carboidrati sono stati additati come i principali responsabili del sovrappeso e dell’insorgenza delle patologie come l’aterosclerosi e diabete. Quindi evitare cereali raffinati, lo zucchero (saccarosio), i dolci, le bevande zuccherate che hanno un indice glicemico alto.
- Le linee guida nutrizionali raccomandano un apporto di carboidrati tra il 40 e il 60% delle calorie giornaliere: vale a dire delle calorie apportate ogni giorno dai vari nutrienti (carboidrati e fibre, grassi, proteine) per un totale di 1.800-2.000 kcal, tenendo conto dei fabbisogni che variano in relazione al sesso, età, stato di salute, otre che allo stile di vita (sedentario o sportivo).