Annunciata sulla rivista Science Advances una scoperta che si deve al gruppo guidato da Douglas Vaughan, della Northwestern University: è stata scoperta nell’uomo una mutazione genetica di longevità che migliora il metabolismo e riduce il rischio di diabete. I ricercatori hanno analizzato il Dna di 177 persone della comunità Amish e hanno rilevato che 43 di loro hanno una copia difettosa del gene Serpine1, responsabile della produzione di una proteina collegata all’invecchiamento delle cellule, la PAI-1: in queste persone il gene non funziona e uno degli effetti della longevità, in quanto consentirebbe di vivere in media 10 anni in più rispetto agli altri individui.
La mutazione genetica migliora anche lo stato di salute in generale, quindi consente di invecchiare in buona salute, perché connessa alla riduzione del rischio di diabete, a una buona pressione del sangue e migliora il metabolismo.
La mutazione potrebbe diventare cruciale per lo sviluppo di farmaci anti-invecchiamento