Le pene d’amore lasciano un segno reale sul cuore danneggiando, a lungo termine, il muscolo cardiaco. I ricercatori dell’università di Aberdeen, in Scozia, hanno realizzato uno studio su 55 persone con la sindrome tako-tsubo, una cardiomiopatia da stress nota anche come sindrome del cuore infranto, e 44 persone sane ma simili per età e sesso. L’obiettivo era confermare i rischi a lungo termine di questa patologia scoperta negli anni ’70 del secolo scorso e che riguarda soprattutto le donne. La ricerca, pubblicata sul Journal of the American Society of Echocardiography, evidenzia come, a differenza di quanto si pensava fino a oggi, i pazienti superano solo apparentemente il problema che, in realtà, lascia strascichi sulla salute cardiaca.
I dati hanno dimostrato che i dispiaceri hanno conseguenze cardiache negative: i pazienti che hanno sofferto di alterazioni temporanee della contrazione del cuore per almeno quattro mesi, hanno una maggiore predisposizione allo sviluppo di fibrosi. Per questa ragione le persone con questo tipo di sindrome dovrebbero essere seguiti, secondo i ricercatori, come le persone con insufficienza cardiaca.
“La cardiomiopatia da stress – spiega Dana Dawson, tra gli autori dello studio – somiglia a una crisi cardiaca: dolore al petto, al braccio destro, alla mascella o nella parte alta della schiena, disturbi respiratori, nausea improvvisa, vertigine, sudore freddo. Eppure nessuna arteria coronarica è bloccata, caratteristica principale di un infarto. Fino a oggi si pensava che questi pazienti recuperavano da soli, senza intervento medico. Oggi abbiamo dimostrato che gli effetti deleteri della malattia persistono nel tempo“.