La malnutrizione cronica è in aumento per la prima volta in un decennio, soprattutto a causa di conflitti e cambiamento climatico, mentre più di 2 miliardi di persone soffrono di una o più carenze micronutritive e quasi 1,9 miliardi di adulti sono in sovrappeso, di cui 600 milioni sono obesi. Lo ha sottolineato il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, domenica rivolgendosi ai ministri della Sanità dei Paesi del G7, riuniti a Milano. E’ la prima volta che la Fao è stata invitata a intervenire alla riunione del G7 Salute.
Da Silva ha evidenziato la necessità di trasformare i sistemi alimentari per garantire diete sane e una buona nutrizione per tutti. “Circa una persona su 3 – ha detto – soffre di almeno una forma di malnutrizione: siano fame, carenze micronutritive o sovrappeso e obesità. Se non interveniamo con urgenza e in modo efficace, per il 2030 oltre la metà della popolazione mondiale soffrirà di almeno un tipo di malnutrizione“, ha avvertito. “E’ nostra responsabilità collettiva garantire che ogni persona su questo pianeta abbia accesso a cibo sicuro, sufficiente e nutriente“.
“Trasformare i sistemi alimentari per promuovere diete sane – ha precisato da Silva – significa intervenire in ogni fase della catena alimentare, dal campo alla tavola“. Sottolineando l’impatto che l’urbanizzazione sta avendo sulla produzione e il consumo di alimenti, il Dg della Fao ha citato la transizione in corso verso diete costituite da alimenti più lavorati. I consumatori dovrebbero essere incoraggiati a comprare più alimenti freschi, basandosi meno su prodotti confezionati e surgelati. “Fortunatamente molte città del mondo stanno diventando sempre più consapevoli dell’importanza di promuovere i mercati locali e anche prodotti locali freschi“, ha aggiunto.
Da Silva ha poi informato i ministri della Salute del G7 sugli sforzi congiunti della Fao e dell’Oms per combattere con un approccio ‘One Health’ (un’unica salute, umana e animale) la crescente minaccia di malattie animali trasmissibili agli esseri umani, come l’influenza aviaria o l’Ebola, e anche l’emergere della resistenza antimicrobica.
La Fao ha sviluppato un Piano d’azione quinquennale per affrontare l’antibiotico-resistenza nell’alimentazione e nell’agricoltura, un piano che cerca di aumentare la rilevazione, il monitoraggio, la regolamentazione e la gestione dell’uso di antimicrobici nella produzione zootecnica, nella pesca e nell’agricoltura.
“Garantire la sicurezza alimentare è fondamentale in un mondo in cui la catena alimentare è diventata globale“, ha dichiarato il Dg della Fao. Oggi gli incidenti sulla sicurezza alimentare possono avere “effetti negativi globali non solo sulla salute pubblica, ma anche sul commercio e sull’economia“, ha concluso.