“La riforma sanitaria che stiamo attuando in Lombardia ha come unico scopo la qualità delle cure. Mettiamo in campo le migliori tecnologie“. E se alcune di queste, come il fascicolo sanitario elettronico, non sono ancora sufficiente diffuse è anche per “un problema di informazione e di conoscenza delle grandi opportunità che offrono“. E’ quanto ha sottolineato l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervenendo al FestivalFuturo organizzato a Milano da Altroconsumo.
In un dibattito sull’innovazione in sanità con Franca Braga, responsabile del dipartimento Salute e Alimentazione di Altroconsumo, Gallera ha spiegato che il fascicolo sanitario elettronico, il servizio che mette a disposizione informazioni e documenti clinici generati dalle strutture socio-sanitarie regionali, “funziona al 100%. In Regione Lombardia è stato attivato da circa 6 milioni di cittadini“, che hanno ricevuto il pin. Anche se in realtà “viene utilizzato molto meno“.
Per l’assessore regionale al Welfare il fascicolo è “uno strumento che offre molte opportunità ma che effettivamente è poco conosciuto“. E “ne offrirà molte anche in futuro, perché la grande innovazione di Regione Lombardia, passare dalla cura al prendersi cura, con un percorso di presa in carico del paziente cronico, si baserà proprio sul fasciolo sanitario elettronico“. Da inizio 2018, ha detto Gallera, “più di tre milioni di persone utilizzeranno il loro fascicolo, che sarà utilizzato anche dal loro medico, dal gestore e da tutti coloro che faranno delle visite mediche per il paziente cronico. Sarà quindi una grande piazza in cui tutti i professionisti agiranno per il bene del paziente“.
L’obiettivo della Regione Lombardia è che per la fine del 2018 il fascicolo elettronico “sia utilizzato realmente da almeno la metà dei lombardi“. E con la presa in carico dei pazienti cronici, che in Lombardia sono 3,5 milioni, e “con una maggiore informazione sulle opportunità che offre, siamo sicuri di riuscire a raggiungere questo obiettivo“. Sul fronte delle informazioni, ha concluso Gallera, “agiremo con i social da un lato e con una comunicazione più classica dall’altro“.