La qualita’ dell’aria nelle 14 citta’ metropolitane italiane e’ migliorata dal 2006 al 2016, soprattutto per il biossido di azoto (NO2), ma gli sforamenti dei limiti di questo e delle polveri sottili sono ancora frequenti. E’ il quadro che emerge dallo studio “Mobilitaria”, che analizza la qualita’ dell’aria nelle citta’ italiane, confrontandone gli andamenti con la situazione della mobilita’ urbana nel periodo 2006-2016.
La ricerca e’ stata preparata dal Cnr e dal think-tank sul clima Kyoto Club ed e’ stata presentata stamani alla fiera della green economy Ecomondo di Rimini. Sebbene si riscontri un miglioramento diffuso della qualita’ dell’aria, con una lieve riduzione della media delle concentrazioni, le citta’ metropolitane sono ancora caratterizzate da sforamenti dei limiti fissati per l’NO2 (biossido di azoto) e le polveri sottili PM10 e PM2,5 (quest’ultime le piu’ fini e le piu’ pericolose per la salute).
Tale decremento delle concentrazioni per l’NO2 – spiegano – si verifica quasi in tutte le citta’, per le PM10 in modo netto solo per alcune (Torino, Milano, Venezia, Napoli e Roma), per le PM2,5 solo a Torino e Milano. Per quanto concerne il numero dei superamenti dei valori limite, l’NO2 nei diversi anni presenta superamenti per le citta’ di Roma, Torino, Firenze, Milano, Genova, Napoli e Catania, mentre le PM10 hanno un numero di superamenti, tranne in pochi casi, sempre di molto superiore al limite per tutte citta’ nelle diverse annualita’. Nonostante le riduzioni indicate, gli elevati livelli di inquinamento atmosferico in Italia sono alla base di due procedure d’infrazione dell’Unione europea.