Samantha Cristoforetti sogna lo Spazio e punta ad una nuova missione [GALLERY]

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“In questo momento in una missione spaziale internazionale e’ impegnato il mio collega Paolo Nespoli; tra due anni tocchera’ di nuovo a Luca Parmitano: ma spero in futuro, magari all’inizio del prossimo ventennio, di avere una nuova occasione per tornare anch’io nello spazio”. Sono le parole di AstroSamantha, Samantha Cristoforetti che oggi, nell’Aula Magna dell’Universita’ di Pavia, ha ricevuto la laurea honoris causa in bioingegneria.

La cerimonia era inserita nel programma di celebrazioni per i 50 anni della facolta’ pavese di Ingegneria. Dopo la consegna del diploma, la prima donna italiana ad essere andata nello spazio ha tenuto la “lectio doctoralis” dal titolo “Ricerca biomedica sulla Stazione Spaziale Internazionale”.

“La Stazione dove ho svolto la mia missione, durata 200 giorni – ha spiegato il capitano Cristoforetti -, si trova nell’orbita bassa, a 400 chilometri dalla crosta terrestre. Si tratta della piu’ grande opera ingegneristica realizzata dall’umanita’ in tempo di pace; un’opera alla quale l’Italia ha garantito un importante contributo, fornendo anche il modulo logistico Leonardo installato nel 2011“.

La missione a cui ha partecipato Samantha Cristoforetti ha permesso di sviluppare importanti studi in cambio biomedico. Tra gli altri l’osservazione degli effetti della microgravita’ sul corpo umano, la valutazione di uno studio, condotto proprio all’Universita’ di Pavia, riguardante l’efficacia della nanoparticelle di idrossiapatite per contrastare l’osteoporosi che, oltre a condizionare la salute di tanti anziani (in particolare delle donne), puo’ rappresentare un rischio anche per gli astronauti che restano a lungo nello spazio.

Come astronauti siamo al servizio della comunita’ scientifica internazionale – ha spiegato Samantha Cristoforetti -: siamo disponibili ad effettuare esperimenti, nei laboratori della Stazione, che diano indicazioni utili in vista di future missioni, ma forniscano anche risultati concreti da utilizzare sulla terra in campo biomedico come in altri settori”. L’astronauta italiana ha anche parlato della possibilita’ di effettuare in futuro missioni in un’orbita piu’ lontana dalla terra e vicina alla luna: “E’ una prospettiva che potra’ diventare concreta a partire dal 2019, anno in cui sara’ pronto a partire un nuovo razzo in fase di realizzazione negli Stati Uniti”. 

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