Una cabina di regia si e’ riunita nella sede della Regione ad Ancona con le categorie economiche, imprenditoriali, sociali e le universita’ per discutere l’istituzione di un tavolo per un Patto per lo sviluppo per le aree del sisma e per le Marche. Il principio condiviso da Anci, Upi, Cgil, Cisle e Uil, Confindustria Marche , Confcommercio, Confartigianato, Cia, Cna, Confesercenti, Copagri, Lega Coop e Agci Confcooperative, Coldiretti, dalle Universita’ di Camerino, Macerata, Urbino e della Politecnica delle Marche, quello della qualita’ degli interventi, considerata la base per costruire un nuovo modello di sviluppo.
Al tavolo anche il presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mastrovincenzo. Tutti concordi nell’affidare la regia alla Regione, mentre all’Istao, che individuera’ 10 macro obiettivi, e’ stato affidato l’incarico di supervisione e coordinamento. Imponenti le risorse che verranno messe in campo per realizzare la strategia: 160 milioni del Psr gia’ approvati, mentre a gennaio saranno disponibili i 248 milioni del Fesr. Ci sono anche un miliardo e 200mila euro dell’Europa per l’emergenza, i 400 milioni di Anas e altri 110 milioni di euro il piano della banda ultralarga. Infine, una volta elaborato il Patto, potranno giungere, come e’ avvenuto in Abruzzo, fondi diretti deliberati dal Cipe.
Fra i macro-obiettivi, il lavoro sia quello diretto legato al sisma sia quello indiretto, incentivando lo sviluppo di aziende e occupazione. E dal presidente Luca Ceriscioli e’ arrivato anche il suggerimento di valutare ai sensi dell’articolo 116 della Costituzione forme particolari di autonomia che possano ulteriormente favorire lo sviluppo del piano.
“La dimensione delle aree colpite dal sisma – ha detto il governatore – e’ compatibile con la costruzione di un Piano strategico ampio. Vogliamo condividere e confrontarci sulle diverse posizioni e i contributi che ognuno puo’ portare per arrivare a un programma globale tenendo sempre ben presente un obiettivo generale primario e che dovra’ essere comune per tutti i soggetti partecipanti, una direttrice costante da seguire che dovra’ servire ad evitare la frammentazione e a superare divisioni e particolarismi. Gli uomini e le donne delle aree colpite stanno vivendo difficolta’ che noi abbiamo il dovere di alleviare e risolvere in tempi accettabili e preparare, per loro, anche un progetto per il futuro”.