Terremoto Iran-Iraq, disastro per lo scontro tra le placche araba e asiatica: “350 morti accertati, ma ci sono 20.000 dispersi. E’ un’apocalisse e stanno crollando le dighe”

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Il terremoto di magnitudo 7.3 che ieri sera ha colpito il Medio Oriente rischia di avere conseguenze apocalittiche in Iran e Iraq: i numeri che arrivano ancora frammentari sono drammatici, soprattutto dall’Iraq dove ci sono molte città completamente isolate e oltre 20.000 dispersi. In Iran, invece, abbiamo 350 morti accertati, altre centinaia di dispersi e oltre 6.500 feriti. Sono numeri drammatici. Testimonianze riportate dall’agenzia di stampa Dpa riferiscono che nella provincia iraniana di Kermanshah, dove ci sarebbero volute ben otto ore per l’attivazione de soccorsi, gli ospedali sono stracolmi di feriti. Diverse persone con ferite gravi sono state trasferite a Teheran con ambulanze, elicotteri e aerei dotati di attrezzature mediche e il ministero della Salute iraniano ha dato notizia dell’invio di medici nelle zone terremotate. Le prima immagini dalle zone devastate mostrano interi edifici sbriciolati dalla potente scossa.

In Iraq le autorità delle città di Sulaimaniyah e Halabja, nel Kurdistan iracheno, hanno chiuso tutti gli uffici pubblici e sospeso ogni tipo di attività. Nella regione sono centinaia le case andate distrutte a causa del terremoto, la maggior parte delle quali nella zona di Darbandikhan, dove l’ospedale e’ stato severamente danneggiato ed e’ ancora senza corrente elettrica. Intanto stamani è arrivato nella regione curda il primo convoglio di aiuti della Mezzaluna Rossa turca. Ieri il forte sisma è stato avvertito anche nella città di Diyarbakir, nella Turchia sudorientale.

l sisma di magnitudo 7.3 hanno fatto seguito 135 scosse di assestamento. Nella regione ci sono 526 villaggi, i soccorritori stanno monitorando l’area per valutare eventuali altri danni e vittime. Cinque monumenti storici a Qasr-e Shirin, Dalahu e Sarpol Zahabh, tutti nella provincia di Kermanshah, sono stati distrutti.

Terremoto, allarme per alcune dighe danneggiate

Allarme nel Kurdistan iracheno per due dighe nelle vicinanze dell’epicentro del terremoto. “La diga di Darbandikan ha subito dei danni a causa di una frana nel monte adiacente che ha causato la caduta di massi sul corso d’acqua dell’impianto oltre al crollo di abitazioni vicine“, hanno detto sia il ministro dell’Agricultura della regione autonoma del Kurdistan Abdul Sattar Majid che il ministro iracheno per le Risorse Idriche Hassan al Janabi, come riporta la tv satellitare al Sumaria. Il ministro curdo ha invitato la popolazione di allontanarsi dalla diga”. “La diga di Hamrin è in una situazione buona e sembra che non abbia subito crollo o danni“, ha precisato il ministro al Janabi secondo il quale anche nella più lontana e ben più grande diga non sono giunte notizie di danni.

Terremoto, un disastro provocato dallo scontro tra le placche araba e asiatica

E’ stata generata dalla collisione fra la placca araba e quella asiatica il terremoto di magnitudo 7.3 avvenuto in Iran. “Le due placche continentali si avvicinano alla velocita’ compresa fra 1,5 e 2 centimetri l’anno, pari a 1,5 e 2 metri al secolo“, ha detto il presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni. “Questa velocita‘ – ha spiegato – comporta un progressivo accumulo di energia, che viene poi rilasciata nella parte superiore della crosta terrestre“. Per avere un termine di confronto, basti pensare che in Italia il ritmo di movimento delle placche è compreso fra 2 e 5-6 millimetri l’anno e che in Giappone e’ decisamente più elevata, compresa fra 8 e 9 centimetri l’anno, ossia fra 8 e 9 metri al secolo.

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