Vivere a Londra è peggio che vivere in una zona colpita da una pioggia radioattiva nucleare: i risultati shock di uno studio sui livelli di inquinamento nel Regno Unito

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Si può pensare ad una zona di pioggia radioattiva nucleare come un’area vietata, una terra di nessuno, ma un nuovo studio suggerisce che non è peggio del vivere a Londra. La ricerca ha scoperto che le persone che vivono in un’area contaminata perdono alcuni mesi di aspettativa di vita e hanno più possibilità di sviluppare il cancro.

Gli scienziati dicono che tale danno alla salute è subito da persone che vivono in città inquinate come Londra. I risultati suggeriscono che se dovesse verificarsi un incidente nucleare nel Regno Unito, poche persone avrebbero bisogno di essere trasferite.

I ricercatori guidati dall’Università di Bristol hanno osservato quante persone dovrebbero lasciare le loro case dopo un grande incidente nucleare. Hanno creato una simulazione di una fusione nucleare che bilancia costi e sicurezza dopo un incidente nucleare delle dimensioni dello scoppio di Fukushima in un reattore fittizio nel West Sussex. Hanno utilizzato i piani di emergenza della Sanità Pubblica inglese per un disastro nucleare per prevedere le precauzioni necessarie da prendere.

I risultati hanno dimostrato che se si verificasse un vero disastro, il governo dovrebbe evacuare temporaneamente 44.000 persone dall’area. Approssimativamente 360.000 persone riceverebbero compresse anti-radiazioni e 410.000 sarebbero invitate a restare in casa.

cartello pericolo radiazioniAll’indomani dello scoppio fittizio, è stato previsto che ci sarebbero 1.500 casi in più di cancro, dei quali un terzo sarebbe fatale. Ma il numero previsto di persone che sarebbero trasferite in maniera permanente sarebbe solo di 620. Ed entro i tre mesi dall’incidente, i livelli di radiazione scenderebbero sotto i 10 millisievert all’anno, meno di quanto le persone nel Regno Unito siano esposte naturalmente.

Quando questo metodo è stato applicato all’incidente di Fukushima Daiichi del 2011, i risultati suggerivano che era difficile giustificare la ricollocazione di qualcuno da Fukushima Daiichi, nonostante 111.000 persone siano state trasferite nel 2011. I ricercatori hanno applicato la simulazione all’incidente nucleare di Chernobyl del 1986.I risultati suggerivano che le persone a rischio di perdere nove mesi di aspettativa di vita a causa delle radiazioni dovrebbero essere trasferite, il che equivale a circa 31.000 persone. In realtà, 116.000 persone sono state trasferite dopo l’incidente, con un secondo trasferimento introdotto dalle autorità nel 1990. E i ricercatori hanno scoperto che 900 persone con il più alto rischio di radiazioni avrebbero perso solo tre mesi di aspettativa di vita, restando.

Il professor Philip Morris, un autore dello studio, ha dichiarato: “Il trasferimento di massa è costoso e disgregativo. Ma rischia di diventare una scelta politica prioritaria dopo un grande incidente nucleare. Non dovrebbe essere così. La parola d’ordine per il decisore dovrebbe essere risanamento, non trasferimento”. Per fare un confronto, i ricercatori hanno scoperto che in media i londinesi perdono 4.5 mesi di aspettativa di vita a causa dell’inquinamento atmosferico, mentre in media i residenti di Manchester vivono 3.3 anni in meno rispetto alla loro controparte di Harrow, a nord di Londra. Nel frattempo, i ragazzi nati a Blackpool perdono in media 8.6 anni di vita rispetto a quelli nati nel quartiere londinese di Kensington e Chelsea.

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