Oggi, 6 dicembre, si ricorda uno dei santi più popolari di tutta la cristianità: San Nicola, il cui nome è ampiamente diffuso sia in Oriente, dove visse e operò, che in Occidente, dove sono conservate le sue reliquie.
San Nicola, oltre ad essere patrono di Russia, Grecia e Lorena, è protettore di bambini, vergini, chierichetti, pellegrini e viaggiatori, commercianti, avvocati, giudici, farmacisti, notai, pescatori, marinai e zatterieri, mugnai, panettieri, macellai, mastri birrai e distillatori, contadini, tessitori, scalpellini, candelai e pompieri, prigionieri ecc. Lo si invoca per la buona navigazione, contro il pericolo dell’acqua sia sulla terraferma che sul mare, contro i ladri, affinché aiuti a riavere gli oggetti persi o smarriti.
Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di San Nicola: secondo la tradizione, san Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e – in un’altra occasione – salvò tre fanciulli. Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di ricordare l’episodio con lo scambio di doni nel giorno dedicato al santo.
Il culto di San Nicola è molto diffuso. Ogni 6 dicembre i piccoli europei si svegliavano felici perché il Santo aveva portato loro i doni. Nel mondo ortodosso, San Nicola non teme confronti, neppure con santi come Giorgio, Teodoro, Demetrio o Sergio. Persino il mondo protestante, benché restio al culto dei Santi, strizza da sempre un occhio verso il culto di San Nicola (nemmeno l’austero Lutero ha potuto far nulla contro “l’eroe dei bambini”, anzi, sono proprio navi di olandesi protestanti ad aver portato il mito di San Nicola in America). Quando, nel 1613, gli Olandesi fondarono New Amsterdam (ora New York), infatti, portarono con sé tutte le loro tradizioni ed anche la devozione a San Nicola che entrò prepotentemente nel folklore americano. Nel 1821 viene dato alle stampe un libro illustrato, “L’Amico dei Bambini”, in cui si legge: “Il vecchio Santa Claus con grande gioia guida la sua renna (…) per portare a te ogni anno i suoi regali”. Si tratta della prima attestazione scritta dell’uso delle renne; mentre l’anno successivo, l’immagine del Santo subisce un’ulteriore trasformazione. Clement Clarke Moor, nella sua poesia “La Visita di S. Nicola”, scrive: Era la notte prima di Natale (…) Le calze erano appese al camino con cura, nella speranza che S. Nicola sarebbe arrivato presto (…), una slitta in miniatura tirata da otto piccole renne con un piccolo vecchio alla guida, così amabile e agile capii subito: quello dev’essere San Nicola (…) la barba era bianca come la neve (…), aveva una faccia larga, e un po ‘di pancia rotonda (…) Era grassottello e paffuto, proprio un vecchio allegro elfo”.
La svolta verso Santa Claus è ormai conclusa, manca solo l’ultimo dettaglio: l’abito rosso bordato di pelliccia bianca; diventato il suo look universalmente noto a partire dal 1931, Fu la pubblicità della multinazionale americana Coca Cola, nata dalla penna dell’illustratore Haddon Sundblom, a mettere insieme i ricordi di San Nicola e il personaggio dello “spirito del Natale presente”, descritto da Charles Dickens nel racconto Canto di Natale. A precedere la Coca Cola, però, ci fu la rivista Puck, in alcune sue copertine, nei primi anni del 20° secolo e l’azienda di bevande White Rock Beverages per la vendita di acqua minerale (nel 1915) e ginger (nel 1923). Tuttavia, è stata probabilmente la Coca-Cola a portare all’affermazione di quest’immagine, grazie alla sua forza commerciale e mediatica. E così, dopo che per secoli la leggenda narrava di un uomo col mantello verde, in pochi anni l’uomo in rosso si impose, facendo quasi perdere traccia delle sue origini cromatiche.
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