“Portatori di benessere”. Basterebbe questa semplice definizione dei nostri amici cani, per capire con quanta passione Luca Rauzi, educatore cinofilo di Bolzano (e anche consulente di psicologia canina applicata) svolge il suo lavoro. Rauzi, da anni uno dei professionisti più apprezzati del settore (tiene anche una rubrica settimanale sul quotidiano Alto Adige), pubblica ora un libro ricco non solo di preziosi consigli per chi si appresti a vivere l’avventura di una vita con il cane, ma anche e soprattutto, di storie e di umanità: “Camminando insieme“, Curcu & Genovese ed., 99 pagg., 12 euro.
Rauzi, che dal 1995 lavora anche con progetti di terapia assistita con l’aiuto dei cani, nell’ambito del disagio mentale e delle disabilità, non ha scritto una usuale ‘guida’ al comportamento canino. Piuttosto, ha messo nelle pagine, percorsi di vita, incontri ‘magici’ con il cane e la scoperta, in tanti anni di esperienza e convivenza con gli amici a quattro zampe, di un linguaggio comune.
Tra etologia e psicologia umana e canina, ‘Camminando insieme’ è un libro di belle storie di relazione tra uomo e animale. Come quella tra i pazienti del reparto di psichiatria e alcuni cani che Rauzi aveva selezionato per il loro buon carattere. I pazienti sono diventati conduttori di cani negli esercizi di Agility e questo ha fornito loro “stimoli efficaci per l’uso dell’attenzione, della coordinazione motoria e del linguaggio“.
“In questi anni -racconta Rauzi- ho conosciuto centinaia di persone con varie problematiche, disagi o patologie mentali e potrei dire che ognuno di loro abbia raccolto qualcosa di positivo da questa esperienza con i cani“. Così come, prosegue “ho conosciuto decine di cani che hanno partecipato al progetto e molti di loro, per la pazienza la disponibilità e la capacità empatica dimostrata, sono stati come degli angeli scesi in terra“.
Dalle pagine di ‘Camminando insieme’ si possono trarre diversi insegnamenti utili. Ad esempio quali sono i segnali di ‘pericolosità’ del cane? E se il cane giocando ci ha ferito, è un avvertimento oppure no? Alcuni tipi di morso, spiega Rauzi (“i più comuni“), sono di reazione ad un nostro comportamento. Ad esempio, un contatto imposto al cane o l’invasione del suo spazio. “Questo è il comportamento di un cane poco rilassato e scarsamente fiducioso nei confronti di noi umani“, spiega l’autore che ricorda anche come diverse razze di cani siano state selezionate per trattenere nelle loro caratteristiche “un’utile diffidenza“. E visto che ora spesso queste razze vengono trasformate in cani da compagnia, è bene essere preparati e consapevoli sui giusti comportamenti da adottare.
Ecco perché, dice con arguzia Rauzi, “più che un educatore di cani spesso mi tocca fare il ‘restauratore’ di relazioni uomo-cane“.
Chiude il libro un capitolo, toccante, sul distacco. Chiunque abbia avuto un animale in casa, soprattutto un cane, e l’abbia perso, sa che quel dolore è un lutto vero e proprio, non di certo un lutto di serie ‘B’.
“La scomparsa di un compagno che ha condiviso un tratto del nostro cammino è un pezzo di noi e della nostra storia che si stacca” e non è infrequente che uomini e donne che abbiano già affrontato in precedenza la perdita di persone care, si trovino in difficoltà nell’elaborare la fine del proprio beniamino. “Noi siamo i ‘genitori’ e lui ‘il nostro piccolo’ fino alla fine -scrive Rauzi- e questo determina spesso un istintivo sentimento di ingiustizia“.
C’è poi chi si deve confrontare, nel percorso finale della vita col cane, con la pratica dell’eutanasia. Comunque la si pensi, conclude Rauzi “accompagnare alla morte i nostri cani, a casa nostra, vicino a noi, è un gesto di riconoscenza che possiamo cercare di realizzare“.