Linfoma non-Hodgkin, Kite annuncia i dati dello studio: il tumore è scomparso nel 40% dei casi

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Kite, una società del gruppo Gilead, ha annunciato i dati di follow-up a lungo termine dello studio registrativo ZUMA-1, condotto con axicabtagene ciloleucel (axi-cel) in pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B (DLBCL), linfoma primitivo del mediastino a grandi cellule B (PMBCL) o linfoma follicolare trasformato (TFL), recidivanti o refrattari. Con un follow-up minimo di un anno dopo una singola infusione di axi-cel, e un follow-up mediano di 15,4 mesi, il 42% dei pazienti ha continuato a rispondere alla terapia, compreso il 40% con remissione completa (nessun tumore rimanente rilevabile).

I risultati dettagliati di questa analisi aggiornata sono stati contemporaneamente presentati al congresso annuale della American Society of Hematology (ASH) ad Atlanta e pubblicati sul New England Journal of Medicine.

Il DLBCL – la forma più comune e aggressiva di linfoma non-Hodgkin – insorge in tre casi su cinque. Si stima che nel 2018, nei 28 Paesi dell’Unione Europea, ci saranno circa 7700 pazienti con DLBCL recidivante o refrattario potenzialmente idonei alla terapia con cellule T a recettore chimerico di antigene (CAR-T, Chimeric Antigen Receptor T-cell). 1 “Come osservato nel corso dello studio SCHOLAR-1, le opzioni terapeutiche per i pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule B recidivante o refrattario hanno permesso una sopravvivenza globale mediana di soli sei mesi, e meno del 10% dei pazienti ha raggiunto la remissione completa”, ha dichiarato Sattva S. Neelapu, MD, ricercatore co-responsabile dello studio clinico ZUMA-1 e professore al Department of Lymphoma/Myeloma, Division of Cancer Medicine presso il MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas. “La durata della risposta osservata con axi-cel in questo follow-up a lungo termine conferma
il progresso che la terapia CAR-T rappresenta per questi pazienti”.

Per valutare la durabilità delle risposte con axi-cel, è stata condotta un’analisi aggiornata, nell’ambito della quale i pazienti dello studio ZUMA-1 sono stati seguiti per un minimo di un anno (n = 108). In questa analisi aggiornata, l’82% dei pazienti ha risposto ad axi-cel, ivi incluso un 58% di pazienti che ha ottenuto remissione completa. Dopo un periodo mediano di 15,4 mesi dall’infusione, il 42% dei pazienti ha mantenuto la risposta, incluso un 40% in remissione completa. La durata mediana della risposta è stata di 11,1 mesi (IC 95% : da 3,9 mesi a non stimabile [NS]); nei pazienti che hanno ottenuto una remissione
completa, la durata mediana della risposta non è stata raggiunta (IC 95% : NS). La sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta (IC 95% : da 12 mesi a NS), con un tasso di sopravvivenza globale a 18 mesi del 52% (IC 95% : 41-62).

Nell’analisi aggiornata, il 12% dei pazienti ha manifestato sindrome da rilascio di citochine (CRS, cytokine release syndrome) di grado 3 o superiore, e il 31% ha manifestato tossicità neurologiche. Le più comuni reazioni di grado 3 o superiore sono state neutropenia (79%), anemia (45%) e trombocitopenia (40%). Dieci pazienti hanno riportato un evento avverso serio sei mesi dopo l’infusione di axi-cel; otto di 10 dicembre 2017 questi hanno avuto infezioni. Nell’analisi aggiornata non è stata osservata nuova insorgenza né di CRS né di eventi neurologici correlati ad axi-cel.

“Storicamente, le persone con linfoma diffuso a grandi cellule B refrattario non sono state trattate adeguatamente con le opzioni terapeutiche disponibili”, ha affermato David Chang, MD, PhD, Worldwide Head of Research and Development e Chief Medical Officer di Kite. “La durata e l’entità della risposta che abbiamo osservato nell’ambito di ZUMA-1 oltre un anno dopo il trattamento con axi- cel sono incoraggianti: si tratta di un progresso nel trattamento di questa malattia”.

Nell’Unione Europea axi-cel ha ricevuto la designazione regolatoria di Priority Medicine (PRIME, “farmaco prioritario”) per DLBCL, TFL e PMBCL. La domanda di Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) per axi-cel è attualmente in fase di revisione presso l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), la cui potenziale approvazione è prevista per la prima metà del 2018.

 

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