Stanotte nel Modenese rimarranno chiusi a scopo precauzionale ponte Alto a Modena, il ponte dell’Uccellino e ponte Motta a Cavezzo, sulla strada provinciale 468, così come ponte vecchio di Navicello. Anche il ponte sul Secchia tra la tangenziale di Modena (uscite 11 e 12) e la sp 413 nazionale per Carpi rimane chiuso per ora, ma sarà il Centro unificato di protezione civile a decidere l’eventuale riapertura nelle prossime ore.
Per tutta la notte proseguirà anche l’attività di monitoraggio degli argini attuata dal sistema di Protezione civile che sta presidiando l’evolversi della situazione di criticità idraulica iniziata dalla giornata di ieri con la piena del Secchia che, transitata a ponte Alto nel primo pomeriggio di oggi, ha toccato livelli tra i più alti mai registrati. Alti anche i livelli del Panaro, ma senza particolari criticità.
Nel corso della giornata i tecnici comunali, quelli della Protezione civile e di Aipo, con l’aiuto di unità dell’esercito, sono intervenuti su alcuni fontanazzi e per evitare tracimazioni degli argini in diverse zone del fiume, soprattutto nella zona di Ponte Alto. A partire dalla mattinata, a causa della chiusura dei ponti, della rotatoria di Lesignana San Pancrazio prima e poi della chiusura delle uscite 11 e 12 della tangenziale di Modena, in direzione Carpi, si sono verificati disagi nei collegamenti tra Modena e Carpi.
Alcune difficoltà si sono registrate anche tra Modena, Bomporto e Bastiglia. Nel corso della mattinata di oggi, in vista della fase acuta di piena, i cittadini delle località di San Pancrazio, Lesignana, Villanova e Ganaceto sono stati invitati a salire ai piani alti (e a spostare i propri beni da terra). In zona San Matteo, stradello Alzaia, zona Tav, i cittadini sono stati invitati precauzionalmente ad allontanarsi. Anche alcune aziende dell’area hanno deciso di sospendere l’attività nel primo pomeriggio.
Le scuole non sono state chiuse e le attività didattiche si sono svolte normalmente. Domani, mercoledì 13 dicembre, gli istituti scolastici saranno regolarmente aperti. Per le persone che abitano nelle zone interessate i Servizi sociali hanno allertato l’assistenza domiciliare.