Alla ricerca di nuove strategie contro le infezioni da tubercolosi che rappresentano una minaccia per la vita di molte persone, un team di ricercatori dalla Technical University of Munich (TUM), dall’Harvard University e dalla Texas A&M University degli Stati Uniti ha trovato un nuovo alleato. Hanno scoperto una sostanza che interferisce con la formazione della micomembrana (una membrana esterna) del batterio.
Tra le sfide più grandi nei trattamenti della tubercolosi vi è la crescente resistenza agli antibiotici. Ma anche lo stesso patogeno complica la vita dei dottori: la sua densa micomembrana ostacola l’effetto di molti farmaci. La micomembrana del batterio responsabile della tubercolosi consiste in un doppio strato di lipidi che incapsula la parete cellulare, formando una barriera esterna che blocca gli enzimi decisivi per combattere la malattia.
Nell’ambito di una dettagliata ricerca, il team di scienziati ha centrato il bersaglio con il beta-lattone EZ120, un composto chimico che inibisce la biosintesi della micomembrana e uccide i micobatteri in modo efficace. EZ120 è efficace anche in piccole dosi, attraversa facilmente la micomembrana e manifesta solo una bassa tossicità per le cellule umane. L’applicazione combinata di questa sostanza con gli antibiotici conosciuti ha mostrato un effetto sinergico che porta ad un’efficacia notevolmente aumentata.
Secondo Stephan A. Sieber, professore di chimica organica alla TU di Monaco, l’uso congiunto di EZ120 e della vancomicina, un antibiotico comune, produce un’efficacia 100 volte superiore. Sieber conclude: “Gli scienziati credono che interrompere la micomembrana permetta agli antibiotici di entrare nei batteri molto più facilmente. Si tratta di un nuovo modo di agire e potrebbe essere un punto di partenza per nuove terapie contro la tubercolosi”. Annualmente in tutto il mondo 8 milioni di persone si ammalano di tubercolosi e 2 milioni muoiono a causa della malattia.