Riuscire a smettere di fumare è una questione di geni: ecco il test che svela il rischio dipendenza

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Smettere di fumare non è solo un fatto di volontà, ma anche una questione di geni: lo rivela uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto nazionale tumori di Milano – pubblicato su ‘Scientific Reports’, rivista del gruppo Nature – che ha permesso di individuare attraverso un semplice prelievo di sangue le caratteristiche genetiche che influenzano il rischio di diventare dipendenti dal fumo di sigaretta, e la difficoltà a smettere nonostante l’aiuto dei farmaci.

Gli esperti dell’Unità di Epidemiologia genetica e farmacogenomica, della Pneumologia e della Chirurgia toracica dell’Int spiegano che alcuni polimorfismi genetici (variazioni nel Dna specifiche per ciascun individuo), localizzati nei geni che codificano per i recettori nicotinici, sono risultati associati al rischio di sviluppare dipendenza dalla nicotina. Uno di questi polimorfismi, situato nel gene Chrna5, è legato anche a un’aumentata difficoltà a smettere di fumare in pazienti che hanno assunto specifici trattamenti farmacologici antifumo e ricevuto un apposito supporto psicologico. Gli scienziati confermano inoltre che abbandonare il pacchetto, e soprattutto non riprenderlo mai più, non è cosa facile: benché poco dopo l’inizio della terapia antifumo oltre il 70% dei pazienti sia riuscito a smettere di fumare, a un anno dall’inizio del trattamento molti sono ricaduti e solo il 47% ha smesso definitivamente.

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