Un tempo, quando in ogni casa c’era un camino, a Natale si svolgeva il suggestivo rituale del ceppo natalizio o ciocco natalizio. Più che al Natale, i riti, gli usi e anche le superstizioni legati a questo pezzo di legno fanno pensare che le sue ascendenze siano molto lontane, forse risalenti al Paganesimo e anche al di là di quello; intendendolo come un fuoco sacro, legato alle credenze e ai riti del solstizio d’inverno, in collegamento diretto col sole, nel segno della luce e del fuoco, con le forze tellurich,e nel segno della natura stessa della pianta, e con il mondo dei morti, nel segno della cenere e delle credenze pagane delle anime abitatrici delle piante e delle realtà naturali. In Italia, a Milano, ad esempio, il capofamiglia prendeva fra le braccia il ciocco come fosse un bambino e lo poneva nel camino accendendolo con una fascina diginepro benedetto. Poi versava del vino in un bicchiere, ne rovesciava un po’ sulle fiamme, beveva un sorso del rimanente e lo passava a tutti i membri della famiglia; a quel punto gettava una moneta sul ceppo ardente e ne donava un’altra a tutti i familiari. Infine da tre grandi pani, antenati del panettone, tagliava una fettina che veniva messa accuratamente da parte per essere data come “medicina” a chi, durante l’anno, si ammalava.
Solstizio d’inverno: la tradizione del ceppo natalizio in Italia e nel mondo
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