“Questa ennesima scossa riproduce fantasmi che ci auguravamo fossero definitivamente sepolti”. Lo dice al Sir mons. Domenico Pompili, vescovo di Rieti, dopo la scossa di stanotte, alle ore 00.34 con magnitudo 4.0, vicino ad Amatrice. Il Terremoto è stato avvertito specialmente dalle famiglie che alloggiano nelle abitazioni temporanee (soluzioni abitative di emergenza, le “Sae”) allestite nei villaggi dei comuni gia’ colpiti dal Terremoto dello scorso anno.
“Anche se le casette non hanno riportato danni, l’atmosfera si è un po’ appesantita – afferma il vescovo -, l’augurio e’ che si riesca a uscire presto da questo stato di incertezza“. Nel Discorso alla Citta’, ieri mons. Pompili, a proposito della fase post-Terremoto, ha evidenziato che non si vede “la linea dell’orizzonte intorno alla ricostruzione”.
“La vera questione – ha spiegato il presule – resta come e dove ricostruire. Non possiamo accontentarci degli slogan delle prime ore, quando si diceva: ‘Ricostruiremo com’era e dov’era’. Gli studi, successivamente realizzati, hanno messo in luce una serie di criticita’, laddove prima c’era il centro storico. Occorre, percio’, dire dove e come si fara’ concretamente questa ricostruzione, altrimenti si naviga un po’ a vista”.
Si avvicina il Natale, “una festa da sempre in chiaroscuro: nella notte irrompe la luce. Nessuno di noi immagina che questo Natale sia solo una luminaria, perche’ siamo ancora nel bel mezzo del post-Terremoto, anzi, addirittura del Terremoto. Non manca – sottolinea mons. Pompili – il desiderio di continuare a far fronte alle difficolta’, innanzitutto, stando accanto alle persone con una serie di iniziative che possono rendere possibile il radunarsi della comunita'”.