Trapianti: record di donazioni e interventi, i dati 2017 mai registrati prima

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2017 anno molto positivo per trapianti e donazioni d’organo Italia. Secondo i dati preliminari del Centro nazionale trapianti, aggiornati al 30 novembre 2017 e presentati alla stampa oggi a Roma, si tratterebbe di una crescita mai registrata nel nostro Paese e che coinvolge sia la fase di donazione – con una media di 28 donatori per milione di abitanti (35 al Nord) – sia gli interventi eseguiti, che potrebbero arrivare entro la fine dell’anno a poco meno di 4 mila. Numeri che pongono la Penisola nettamente al di sopra la media europea, seconda solo alla Spagna. A beneficiare di questi dati sono i pazienti in lista di attesa che, per il secondo anno consecutivo, registrano un calo.
Per le donazioni il dato di 35 donatori per milione di abitanti del Centro Nord è di grande importanza – spiega all’AdnKronos Salute Alessandro Nanni Costa, presidente de Cnt, alla presentazione dell’attività trapiantolontologica italiana – perché vuol dire che nell’area Centro Nord noi abbiamo un modello che ha raggiunto risultati finora ottenuti solo dal modello spagnolo e che sono tra i migliori al mondo. Anche nell’area Centro Sud, però, dove le donazioni sono 20 per milione di abitanti, il dato è cresciuto molto e siamo comunque sopra le medie europee. Sono dati significativi che danno indice di una crescita complessiva del sistema“.
Altro trend chiave dell’anno, continua Nanni Costa, “è l’aumento dei donatori ‘a cuore fermo’, che numericamente sono pochi (una sessantina), ma sono fortemente in crescita: è il secondo anno in cui raddoppiano. Quindi si tratta di una tecnologia che andrà avanti e che rappresenta il futuro per i trapianti“. Fra gli altri dati positivi dell’anno che sta per finire, anche il fatto che l’80% dei pazienti in lista d’attesa ha ricevuto un organo. “Cresce anche l’età dei donatori e dei riceventi e i risultati si mantengano su elevati livelli“, aggiunge il numero uno del Cnt, ricordando che le liste d’attesa di fegato e cuore “si stiano allungando. E anche questo, al contrario di quello che si potrebbe pensare, è un buon dato perché vuol dire che i pazienti vivono di più grazie alle cure oggi possibili, anche in situazioni critiche che necessitano di trapianto“.
Nel dettaglio, i dati al 30 novembre indicano che i donatori aumentano del 18% rispetto allo scorso anno, raggiungendo la quota di 28,7 per milione di abitanti rispetto al 24,3 del 2016. Ciò pone quindi il nostro Paese al di sopra la media europea (18,4 donatori per milione di abitanti nell’Ue a 28 Stati). In particolare, se si considera l’area centro-settentrionale della Penisola si registrano 35,9 donatori per milione di abitanti, quasi il doppio della media registrata in Europa. Parallelamente crescono anche i donatori utilizzati, con un +11,7% sul 2016 (il 2017 si chiuderebbe con 23,9 donatori utilizzati per milione di abitanti, contro il 21,4 dello scorso anno).
Positivo anche il dato sulle opposizioni alla donazione, che si attesterebbe al 28% per il 2017 contro il 32% di tutti gli accertamenti di morte del 2016. In termini di numeri assoluti, questa riduzione è pari al -15% rispetto allo scorso anno. Il dato sulle donazioni si ripercuote ovviamente sul numero dei trapianti da donatore deceduto, che nel 2017 supererebbero per la prima volta la quota di 3.500, attestandosi su 3.688 interventi; aumentano i trapianti di rene, che passerebbero dai 1.796 del 2016 a 1.971 nel 2017, e quelli di fegato, da 1.213 a 1.309. Si conferma il trend di crescita degli ultimi 3 anni dei trapianti di cuore, da 266 nel 2016 a 272 nel 2017; in calo di qualche unità i trapianti di polmone, da 147 a 144.
Con l’aumento delle donazioni e dei trapianti, si registra una flessione dei pazienti in lista di attesa. Se si confrontano i dati dei pazienti in lista al 31 dicembre 2106 (9.026) con quelli al 30 novembre di quest’anno (8.774) emerge una riduzione di 252 pazienti in attesa. Per il secondo anno consecutivo calano i pazienti iscritti in lista per il rene (-271 rispetto al 2016); in diminuzione anche quelli per il fegato (-17).
Anche i dati in proiezione, aggiornati a dicembre 2017, sull’attività di donazione e trapianto di cellule staminali emopoietiche confermano un trend positivo. Quest’anno si chiuderebbe infatti con 500 mila donatori nel Registro Ibmdr-Italian Bone Marrow Donor Registry, con più di 20 mila donatori iscritti nel 2017. Un ulteriore dato positivo riguarda la crescita dei giovani donatori iscritti, con particolare riferimento a quelli della fascia 18-25 anni; questi donatori, tra l’altro, presentano un alto livello di tipizzazione e sono quindi immediatamente disponibili alla comunità dei trapiantologi italiani e di tutto il mondo.
Si consolida la tendenza in aumento degli ultimi 3 anni per quanto riguarda le donazioni di staminali emopoietiche da donatore volontario iscritto al Registro Ibmdr: nel 2016 sono state 208, contro le 190 del 2015 e le 169 del 2014. Al 7 dicembre 2017 sono state registrate 209 donazioni e ne sono ancora previste 7 entro fine anno. Risulta in calo l’utilizzo delle unità di sangue da cordone a scopo di trapianto; su questa diminuzione, spiega il Cnt, influisce l’impiego sempre più crescente di cellule staminali emopoietiche prelevate da donatore semi-compatibile.
Si riducono anche gli autotrapianti: questa flessione è dovuta all’introduzione di nuovi farmaci sempre più efficaci per alcune malattie come la leucemia mieloide cronica, e alla sempre più crescente possibilità di identificazione di un donatore allogenico. Al calo dei trapianti autologhi si associa la crescita dei trapianti allogenici; i dati in proiezione al 31 dicembre indicano che si chiuderebbe l’anno con 1.896 interventi. Di questi, 829 provengono da donatore non familiare.

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